Solo per citare degli esempi, 5 Star Banyan Tree (il più grande hotel di Macao) si presenta come una struttura che ospita stazioni termali di lusso, ristoranti e cucina di livello mondiale e persino una spiaggia artificiale. Il Sands Hotel Macau (uno dei casinò resort più importanti della città) ha ospitato il concerto dei Rolling Stones e sfruttato l’immagine di David Beckham per promuovere il proprio brand.
Il 2014 della capitale asiatica del gioco d’azzardo sarà ricordato dagli storici come l’anno più buio nella storia dell’antica colonia portoghese.
2002 - 2014: dalle stelle alle stalle
Ma facciamo un salto nel passato. Correva l’anno 2002, Macao superava Las Vegas come capitale del gioco d’azzardo dopo avere aperto le porte ai gruppi d’investimento stranieri. Grazie anche a queste politiche, l’ex colonia portoghese vedeva ogni anno affluire milioni di turisti cinesi nei suoi immensi palazzi da gioco, il solo territorio cinese dove è ammesso, dietro concessione di una licenza, il gioco d’azzardo. Ma il giro di vite imposto dal presidente cinese Xi Jinping per moralizzare la nomenklatura e contenere il crescente risentimento popolare di fronte a corruzione e sprechi di denaro pubblico ha avuto pesanti ripercussioni sull’assidua frequentazione delle sale da gioco da parte degli happy few della Repubblica popolare cinese.
2014. Macao registra il primo calo negli introiti dei suoi casinò, proprio in seguito al crackdown del governo cinese, volto a risolvere il problema della corruzione e del riciclaggio di denaro.
I dati ufficiali pubblicati da Macao dimostrano che i ricavi da gioco d’azzardo sono scesi del 2,6% nel 2014, per un totale di circa 44 miliardi di dollari. Tale dato non si registrava proprio dal fatidico anno 2002 quando la striscia di Cotai aveva giovato della liberalizzazione del gioco d’azzardo cui era seguita quella degli ingressi turistici: orde di scommettitori, perlopiù provenienti da Hong Kong e dalla Cina, avevano iniziato ad affollare Macao, facendo schizzare alle stelle il reddito procapite.
I numeri risalenti a dicembre 2014 hanno segnato il settimo mese consecutivo del calo dei ricavi dal gioco d’azzardo. Gli incassi sono stati del 30,5% in meno rispetto al fatturato registrato nel dicembre del 2013 quando gli stessi erano cresciuti del 19%, arrivando a sfiorare i 40 miliardi di dollari e gli ingressi superavano i 29 milioni di persone. Il 2014 ha registrato inoltre il più grave calo dei guadagni mensili considerato che gli stessi sono stati monitorati per la prima volta nel 2005. “Il 2010 e il 2011 hanno avuto tassi di crescita eccezionalmente elevati ; Macau non vedrà mai più quei tassi di crescita”, ha detto Aaron Fischer, un analista con sede a Hong Kong del CLSA.
Guerra aperta al sistema Junkets
L’high-profile corruption crackdown da parte del presidente cinese Xi Jinping è senza dubbio il motivo principale del declino continuo di Macao, che ha inoltre provocato l’allontanamento dei VIP dalle case da gioco. Gli high-rollers occupano quasi i due terzi del mercato del gambling a Macao (un giro da miliardi di dollari) e hanno contribuito all’80% del fatturato totale registrato dalla città lo scorso anno.
Gli high-rollers stanno spendendo meno per evitare di attirare l’attenzione delle autorità giudiziarie impegnate nella feroce campagna anti-corruzione portata avanti dal governo. Pechino sta anche cercando di controllare il flusso illegale di denaro dalla Cina per l’ex colonia portoghese, pertanto Macao è diventata perciò sempre meno attraente per i big-spender.
Si stima che le azioni anti-corruzione hanno già deprezzato, per un totale di 73 miliardi dollari, il valore di mercato delle aziende leader di Macao, come la SJM Holdings Ltd e Wynn Macau Ltd. La Stanley Ho SJM Holdings Ltd è la più grande vittima della crisi con le azioni che sono scese del 52%. Le aziende dei miliardari Sheldon Adelson e Steve Wynn hanno registrato un calo di quasi il 40%.
“È ‘più importante per il governo cinese vedere in Macao uno sviluppo economico sano, e la dipendenza dei giocatori ufficiali corrotti non è cosa sana ”, ha detto Chen Guanghan , vice direttore dell’Associazione cinese di Hong Kong e Macao Studies, un istituto di ricerca politica sostenuta dal governo della Cina. E aggiunge:" Il settore dei casinò in piena espansione è sicuramente una macchina per far soldi, ma allo stesso tempo allarga il divario del reddito sociale che potrebbe minare alla stabilità sociale".
Secondo l’opinione di Xi Jinping “Macao deve assolutamente mantenere prosperità e stabilità a lungo termine anche affrontando le difficoltà e le sfide che devono essere gestite in modo appropriato”.
La repressione del presidente cinese Xi Jinping potrebbe cambiare la vita dei casinò di Macao per sempre. Cheung Chi Tai, un potente junket operator, è sotto inchiesta per riciclaggio di denaro. L’FBI lo aveva individuato come un presunto membro della Cupola cinese dal lontano 1992. Una volta era il maggiore azionista di una delle più grandi junkets di Macao, Nettuno Guangdong Group, e continua ad avere legami con la società. Le investigazioni su Cheung procedono senza intoppi e i suoi beni sono stati “congelati”, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal. In altre parole, le autorità di regolamentazione di Hong Kong, sono molto serie questa volta, e se qualcuno potente come Cheung può scendere così in basso, nessuno nel mondo junket di Macao potrebbe essere immune.
Una inchiesta portata avanti dalla BBC nel 2007 rivela episodi di corruzione e riciclaggio di denaro da parte di funzionari governativi della Cina continentale per ottenere permessi di costruzione di casinò e licenze di gioco d’azzardo attraverso la richiesta di tangenti, inviate sottoforma di chip, e poi riciclate per l’equivalente di un miliardo di euro l’anno.
È proprio il junket il vero “asso nella manica” di Macao: un sistema di agenzie che offrono pacchetti di viaggio ai ricchi cinesi in cambio di date commissioni. Le autorità cinesi trascurano di verificare la legalità di tali operazioni ed i junkets, definiti dall’ex ufficiale dei servizi segreti Steve Vickers come “parte integrante della scena di gioco” , continuano a “recitare” il “ruolo del leone” nei ricavi dal gioco d’azzardo di Macao.
I junkets hanno fruttato 30 miliardi dollari a Macao lo scorso anno fornendo finanziamenti per gli high rollers provenienti soprattutto della Cina continentale. Si tratta di circa il 70% delle entrate dei casinò di Macao, secondo la Reuters. Xi Jinping, vuole “fermare le persone potenti e pericolose che utilizzano il sistema del junkets per fare soldi, e non importa se l’economia del paese rallenta”. Tutto ciò per dire che i junkets non sono intoccabili, e devono stare in guardia: le sale VIP di Macao soffriranno molto per questo. “Il periodo d’oro dei VIP è finito”, ha detto Philip Tulk, analista di Standard Chartered Plc di Hong Kong.
Il governo cinese ha aumentato le sue operazioni di sicurezza a Macao negli ultimi 12 mesi , l’installazione di una vasta rete di telecamere di sorveglianza nei locali dei casinò segue da vicino il via vai dei vari visitatori.
L’altra faccia di Macao
Tuttavia ciò che si cela dietro al lusso e allo sfarzo della “Mecca del gioco d’azzardo” non è affatto confortante: mercato del sesso, corruzione e gioco d’azzardo corrono sullo stesso binario. Massiccia la presenza di organizzazioni criminali impegnate nel reclutamento di “donne-escort” irretite da falsi annunci pubblicitari che promettono loro un lavoro “pulito” all’interno del casinò, per poi vedersi invece costrette a prostituirsi.
I fattori attribuibili al successo di Macao sono perciò sia legittimi che di natura mafiosa, cui ha inoltre contribuito sia la mancanza di controlli alle frontiere, che hanno permesso agli scommettitori “made in Cina” di affollare le sale dei primi casinò legali in Asia, sia l’invasione di scaltri giocatori esperti, provenienti da altri continenti, che hanno saputo sfruttare l’inesperienza degli uomini d’affari cinesi incassando in breve tempo cifre esorbitanti.
L’influenza internazionale di Macao ha avuto ripercussioni sul turismo legato ai casinò negli USA per cui molti dei principali brand americani (il Wynn Hotel, il Las Vegas Sands e l’MGM Resorts) hanno investito nelle partnership con i cinesi ricorrendo al sistema dei junkets.
I pacchetti turistici per cittadini cinesi famosi per essere dei big-spender, sono sempre più importanti per le casse e il sostentamento dei casinò americani.
Tra flussi illeciti di denaro, corruzione e un diffuso mercato del sesso, non è chiaro se la nuova ricchezza di Macao possa essere considerata una benedizione o una maledizione per la sua popolazione. Staremo a vedere se, nei prossimi anni, riuscirà a convivere con gli elementi sgradevoli della sua economia fiorente e, proprio come Las Vegas, ottenere l’immagine di una destinazione turistica a cinque stelle.