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Giovani e Gioco d’azzardo: i dati di Nomisma-Unipol

Secondo la ricerca dell’Osservatorio “Young Millennials Monitor Giovani e Gioco d’Azzardo” di Nomisma-Unipol, svolta in collaborazione con Università di Bologna, sono 60.000 in meno i giovani, rispetto alla precedente rilevazione, che hanno tentato la fortuna al gioco durante l’anno scolastico 2015-
Giovani e Gioco d’azzardo: i dati di Nomisma-Unipol

Secondo la ricerca dell’Osservatorio “Young Millennials Monitor Giovani e Gioco d’Azzardo” di Nomisma-Unipol, svolta in collaborazione con Università di Bologna, sono 60.000 in meno i giovani, rispetto alla precedente rilevazione, che hanno tentato la fortuna al gioco durante l’anno scolastico 2015-2016.

L’indagine ha sottoposto ad esame un ampio campione di scuole secondarie di secondo grado italiane ed ha coinvolto oltre 11.000 ragazzi dai 14 ai 19 anni dei quali sono state monitorate opinioni, attitudini e stili di vita nei confronti del gioco. Come ha sottolineato Luca Dondi, Consigliere Delegato Nomisma, ”Osservare comportamenti e opinioni di 11.000 giovani 14-19 anni significa creare uno strumento fondamentale per esplorare e monitorare l’approccio al gioco di azzardo”, e ha aggiunto: “Grazie a questo prezioso patrimonio informativo, Young Millennials Monitor si propone due obiettivi: mettere a disposizione di istituzioni, operatori economici e famiglie numeri e metodi per valutare i comportamenti di gioco, l’incidenza del gioco problematico e le relative conseguenze in termini assistenziali e garantire una maggior informazione per sostenere azioni di policy in logica di prevenzione e di creazione di consapevolezza”.

I risultati dello studio

Dai dati è emerso che il numero di giovani giocatori è in leggero calo, -4.6%. Nel corso del 2016 il 49% degli studenti italiani ha tentato la fortuna almeno una volta: si tratta di circa 1.240.000 di ragazzi (l’anno prima erano 1.300.000). L’incidenza del gioco è maggiore tra i ragazzi (59%) rispetto alle ragazze.

Tra i fattori predittivi che influenzano la propensione al gioco rientra non solo il profilo socio-demografico del giovane, quindi genere, area geografica di residenza, tipo di scuola frequentata, ma anche le caratteristiche della famiglia di appartenenza e del gruppo dei pari frequentato, il rendimento e determinati stili di consumo. Nello specifico, considerando l’area geografica risulta che la propensione al gioco è maggiore al Sud, nelle Isole 53% e al Centro 54% rispetto al Nord, 42%; considerando l’età, gioca il 53% dei maggiorenni, contro il 47% dei minorenni. In riferimento al tipo di scuola frequentata la propensione al gioco è maggiore negli istituti tecnici e professionali 58% e 52% rispetto al 42% dei licei. Nelle famiglie in cui vi è un’abitudine al gioco la percentuale è del 64% rispetto al 9% delle famiglie non giocatrici.

Motivazioni che inducono al gioco

Il 21% dei giovani si avvicina al gioco per curiosità o per caso, 20%; il 18% per puro divertimento; l’11% per il semplice fatto che gli amici o i familiari giocano; l’11% gioca nella speranza di vincere una somma di denaro. Dopo aver sfidato la dea bendata almeno una volta i giovani tendono a credere che il gioco d’azzardo è soprattutto una perdita di denaro (32% dei giovani tra i 14 e i 19 anni). Al di là delle motivazioni sociali, l’appeal per il gioco è relazionato anche alla scarsa dimestichezza di valutare la struttura probabilistica della possibile vincita. La propensione al gioco è infatti direttamente proporzionale al rendimento scolastico in materie scientifiche come la matematica: la pecentuale di giocatori raggiunge la soglia del 51% tra chi ha un pessimo rendimento scolastico, mentre è pari al 46% tra i “secchioni”, ovvero chi ha votazione superiore a 8 decimi.

I giochi più popolari

Sul podio rispettivamente Gratta & Vinci (provato dal 35% degli studenti), scommesse sportive in agenzia (23%), scommesse sportive online (13%). Seguono concorsi a pronostico a base sportiva come Totocalcio, Totip, Totogol (12%). Rispetto alla precedente rilevazione è emerso che i giochi “tradizionali” quali Superenalotto e Lotto hanno perso il loro fascino a favore dei giochi a tema sportivo e online. Il 27% dei giovani studenti ha giocato ad almeno 1-2 tipologie di gioco durante il 2016; l’11% ne ha sperimentati tre o quattro; l’11% ha partecipato ad almeno 5 tipologie di gioco, dato che denota una ricorsività alquanto preoccupante. Il 17% degli studenti è frequent player, ha giocato cioè una volta a settimana o anche più spesso. Nel complesso il gioco viene considerato dai giovani un passatempo occasionale e ha un impatto limitato sulla vita quotidiana: l’11% gioca con cadenza mensile, il 21% di rado. La spesa media settimanale in giochi per il 72% dei giocatori non supera i 3 euro e il 62% degli studenti ossia il 42% di chi gioca, non è disposto a spendere nulla in giochi di fronte ad un’inaspettata disponibilità di 100 euro.

Young Millennials Monitor Nomisma, utilizzando lo strumento di screening internazionale (SOGS-RA) ha indagato la presenza di eventuali sintomi capaci di rivelare gli effetti negativi derivanti dal gioco sia sulla sfera psico-emotiva (ansia, agitazione, perdita del controllo), che su quella delle relazioni (familiari, amicali e scolastiche). Da questo indicatore è emerso che la quota di ragazzi con approccio problematico al gioco è del 5%: per questi il gioco d’azzardo si converte in disagi psico-emotivi o relazionali. Un ulteriore 9% degli studenti, è stato etichettato come ‘a rischio’, cioè comincia a manifestare potenziali segnali di rischio di approccio problematico al gioco; il 33% degli studenti, pur giocando, non evidenzia segnali problematici e si approccia positivamente al gioco. Il giocatore più problematico è maschio, maggiorenne e frequenta istituti tecnici/professionali; ha inoltre un rendimento scolastico basso e proviene dalle regioni meridionali, area in cui l’indice raggiunge i valori più alti. La quota di giocatori problematici tra gli studenti dell’Emilia-Romagna è pari al 4%, più bassa della media nazionale, in linea comunque con quella di altre regioni settentrionali.

Online più a rischio di sviluppare dipendenze rispetto al fisico

Il professor Nicola De Luigi, dell’Università di Bologna, nel corso del convegno Giovani e gioco d’azzardo, Young Millennials di Nomisma ha sottolineato che “Il gioco problematico in Italia nella fascia d’età 14-19 impatta per l’8,1% nelle Regioni del Nord, per il 9,8% al Centro e per il 13% al Sud. Il 25% dei giovani di sesso maschile è a rischio, contro il 16% delle donne, contro una percentuale a rischio del 22% per gli over 18”. e aggiunge “Online più a rischio di sviluppare dipendenze rispetto al fisico. Abbiamo rilevato che il gioco online ha un impatto maggiore nel problem gambling con un’incidenza del 31% contro il 24% del gioco su rete fisica. Pressoché simile, invece, il rischio nella fascia d’età 14-19 sia sul gioco online che offline con il 29%. E’ curioso evidenziare come ogni settimana i giovani abbiano in media un budget di 23 euro a disposizione, mentre per i soggetti problem gambling questa quota sale a 31 euro. In altre parole, chi è più a rischio ha più soldi per giocare”.

Gennaro Donnarumma

Ruolo: Senior Content Manager
Esperienza: 8+ anni
Specializzazione: Recensioni di slot machines

Da molti anni mi occupo di tutto quanto ruota intorno al settore del gambling. Analizzo attentamente tutti le slot prima di recensirle, e cerco di scoprire tutti i segreti tecnologici di software house e operatori di gioco.

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