Durante un incontro con alcuni consiglieri regionali, al quale ha partecipato anche la Federtabaccai, (FIT), il presidente di As.tro, Massimiliano Pucci, ha spiegato, dati alla mano, le ragioni del fallimento della legge regionale anti-gioco.
"La legge regionale del Piemonte che si proponeva di contrastare il fenomeno del gioco patologico attraverso la limitazione delle possibilità di fruizione del prodotto gioco lecito da parte della popolazione si è rivelata un fallimento. E sono i dati a dirlo, non le opinioni", ha sostenuto Pucci.
Commentando lo spostamento della spesa in gioco dalle slot machine al circuito illegale ed altri giochi, il presidente di As.tro ha chiosato che “confrontando gli ultimi quattro mesi del 2017 (settembre-dicembre) con i primi del 2018 (gennaio-aprile), i dati ufficiali dei Monopoli di Stato evidenziano un calo della raccolta complessiva in Piemonte del 3,8% (da 1,6 a 1,5 miliardi senza però tenere conto del gioco online, delle nuove forme di illegalità e del gaming “frontaliero”). E se le slot passano dagli oltre 502 milioni di fine 2017 a poco più di 360 milioni nei primi quattro mesi del 2018, con un evidente calo del 28,2%, c’è da registrare un contemporaneo forte aumento degli altri giochi: le Videolotteries sono passate da 575 a 627 milioni (+8,93%), i Gratta e Vinci hanno registrato un aumento dell’11,7% (da 186 a 208 milioni) e il Lotto da 155 a 171 milioni (+10,5%). Nel dato complessivo, inoltre, non sono inclusi i giocatori che si sono spostati verso l’online, in particolare sulle slot machine online verso le zone transfrontaliere (Francia, ma anche regioni confinanti come Liguria e Lombardia) e che hanno scelto forme di gioco illegale”.
Secondo Pucci questi dati dimostrano che la legge regionale non ha affatto centrato l’obiettivo della riduzione del gioco, ma ha semplicemente colpito alcuni prodotti più di altri aggiungendo che lo scarso coordinamento tra i fenomeni che la legge piemontese intendeva disciplinare e gli strumenti adottati per raggiungere l’obiettivo, ha pregiudicato l’efficacia della normativa provocando effetti peggiori del 'male' da contrastare.
“Le restrizioni imposte dalla Legge regionale n.9/2016, non hanno portato ad una diminuzione del gioco, ma soltanto a uno spostamento della domanda: questo è l’effetto più evidente della normativa regionale, a poco meno di sei mesi dal 20 novembre 2017, quando ha preso il via lo “switch-off” delle slot in esercizio, previsto dal testo approvato nel maggio 2016”.
Le politiche di regioni e comuni, concentrandosi unicamente sugli apparecchi, hanno generato l’errata percezione di equivalenza tra "gioco" e “macchinette” secondo la convinzione che colpendo queste ultime anche gli altri giochi sarebbero tornati innocui.
"Il dato è smentito dalle ricerche prodotte durante l’audizione e realizzate negli ultimi mesi da Nomisma, Cnr, Istituto Bambin Gesù, Agcom. La legge regionale deve occuparsi dell’intera offerta di gioco, poiché altrimenti si sposta solo il fatturato all’interno del circuito industriale, impedendo di adeguare la normativa alle risultanze degli studi scientifici. Il risultato di far spendere meno al gioco, è pertanto ampiamente fallito, mentre pare raggiunto solo quello di azzerare la raccolta di gioco alle awp, ma solo quelle all’interno di bar e tabacchi", ha concluso Pucci.
Nuove slot machine: limite di spesa e tempo per i giocatori
Durante l’incontro As.Tro ha annunciato che i costruttori di apparecchi stanno progettando un prototipo rispondente alle indicazioni dell’Osservatorio Nazionale sul Gap. Per i nuovi apparecchi verrà previsto l’inserimento di un limite massimo di spesa e tempo di gioco da parte dei giocatori, esaurito il quale la slot con soldi veri metterà in stand-by. I messaggi riferiti al contrasto al Gap saranno randomicamente trasmessi sul video. L’apparecchio potrà rispondere ai blocchi orari fissati anche su base regionale. Disporrà di una scheda di sblocco che l’esercente consegnerà al giocatore solo dopo aver verificato la maggiore età.
L’associazione ha proposto inoltre l’attivazione di corsi di formazione volti ad evitare criticità di natura sanitaria. Proponendo misure alternative all’espulsione degli apparecchi dal territorio piemontese, il presidente ha illustrato due possibili opzioni: "mantenere l’attuale distanziometro, introducendo deroghe per le attività in grado di allestire il piano contro il Gioco d’azzardo patologico, oppure modificarlo introducendo un sistema di tutela del decoro e delle sensibilità, in grado di evitare sia aree ad eccessiva densità di insediamenti di gioco sia zone prive di offerta".