Viaggio nel fenomeno gamblification e nel crescente interesse degli under 18 nei confronti del gioco d'azzardo e delle sue sfaccettature. I dati evidenziano come siano 800mila gli adolescenti fra i 10 e i 17 anni che hanno esperienza con il mondo del gambling, un dato che preoccupa le istituzioni per i mancati controlli e la violazione della legge in materia
Il gioco online regolamentato nel nostro paese non conosce crisi, anzi è in continua crescita. Scommesse online e casinò games hanno chiuso il 2015 con una crescita record del +30%. Complessivamente il mercato italiano del gambling legale ha registrato un +10% nell’ultimo anno. È difficile stabilire l’impatto che avrà sulla società, considerando che fa parte di un contesto ancora più ampio legato ai fenomeni presenti sulla rete (acquisti online, moneta virtuale, etc.) che inducono ad una riflessione sul rapporto tra privacy, libertà e possibilità di anonimato. In tale contesto rientra la questione del limite di divieto di gioco per i minori e i rischi derivanti dalla loro immersione nella rete, a partire dai social network.
In Italia, il 60% degli utenti che dispone di un collegamento mobile possiede uno smartphone e accede con regolarità alla rete. WhatsApp, con il 59,7% è l’applicazione più usata da chi possiede uno smartphone. Facebook si attesta al 48,7%. Secondo alcuni dati risalenti allo scorso settembre l’88% dei minori fra i 7 e i 18 anni accede almeno una volta al giorno a un social network o messaggistica istantanea attraverso smartphone.
Secondo gli esperti l’evoluzione di internet andrà a toccare la dimensione ludica dando vita al fenomeno da questi definito col termine gamblification. “Ogni strumento, ogni gioco, ogni forma di ‘connessione’, anche se non esplicitamente presentata come comportante spese o puntate in denaro, finisce per diventarlo proprio in funzione della sua struttura e configurazione”.
La maggior parte dei casual games presenta appositamente livelli di gioco banali, facilmente assimilabili dal giocatore medio. Ma, per accedere ai livelli successivi si richiedono acquisti di punti o elementi, spesso apparentemente disintermediati. Società e corporation che operano in questo settore tendono a presentare questi scambi e questa compravendita come “tra comunità di giocatori”, nascondendosi dietro communities solo apparentemente auto organizzate.
Dalla ricerca presentata dalla Società italiana dei Medici Pedriatri durante l’International pediatric congress on environment, nutrition and skin diseases, tenutosi a Marrakech lo scorso anno, è emerso che sono più di 800mila gli adolescenti italiani fra i 10 e i 17 anni che giocano d’azzardo, mentre sono circa 400mila i bambini fra i 7 e i 9 anni che sono stati già introdotti ida genitori, parenti o amici al mondo di lotterie istantanee, scommesse sportive e online gambling. Nel complesso, più di 1milione e 200mila di minori gioca d’azzardo almeno una volta al mese. Il 10% di questi minori lo fa regolarmente online, nella rete legale, nonostante i divieti e nonostante i limiti di accesso e apertura di conti gioco.
Off-line e online il gioco d’azzardo è vietato ai minori, con una tutela rafforzata introdotta nel 2012 con l’articolo 7, comma 8, del Decreto Legge n. 158. La norma prevede non solo il divieto di gioco, ma il divieto di ingresso ai minori nelle sale Bingo, nelle sale e negli spazi in cui siano installate Videolotteries (Vlt), nelle sale e nei punti vendita in cui si esercita, come attività principale, la pratica delle scommesse, sportive e non.
Oggi, alla faccia di divieti e dei controlli, il 13% dei minori scommette e perde denaro online. Lo fa aggirando controlli parentali e istituzionali, e con una capacità inedita nel gestire i corridoi immateriali della moneta e la parte oscura, quella che in inglese si definisce comunemente “the dark side of the web”.
La sfida è dunque porsi, qui e ora, questo problema. Porselo con la consapevolezza che non ci può essere una Rete più sicura senza affrontare il tema dei nuovi limiti, delle nuove frontiere del gambling e della gamblification. Non considerare il gambling nello spettro delle nuove aggressioni alla libertà e alla formazione dei minori sarebbe un grave errore.