Nel corso dell’intervento a cura dell’Osservatorio Giochi, legalità e patologie dell’Eurispes innanzi alla Commissione parlamentare di inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico, sono stati affrontati diversi temi afferenti al gioco pubblico, fra cui quello del gioco illegale e delle infiltrazioni criminali.
Dopo un’introduzione a cura del Presidente del Comitato, nonché Procuratore di Brindisi, Antonio De Donno, si sono succeduti gli interventi del dott. Baldazzi e dell’avv. Sambaldi.
Proprio quest’ultimo ha approfondito uno dei profili per cui la Commissione aveva esternato particolare interesse, quello dell’infiltrazione mafiosa nel sistema concessorio.
La normativa
L’avv. Sambaldi ha premesso che la normativa antimafia inerente al sistema concessorio è rigorosa e stringente e costituisce un valido strumento per la lotta alle infiltrazioni criminali. Ad esempio, la documentazione antimafia non è richiesta solo al legale rappresentante dell’impresa concessionaria, ma anche ai membri del consiglio di amministrazione, nonché ai soci che siano persone fisiche che detengano una partecipazione superiore al 2% del capitale sociale, ai direttori generali e ai responsabili delle sedi secondarie.
Maggiori infiltrazioni nel gioco illegale
Sambaldi ha poi articolato la propria esposizione, frutto di studi condotti sul territorio e di contributi di esponenti di spicco della magistratura, affermando che è il gioco illegale a essere prediletto dalla criminalità organizzata rispetto al gioco legale. Le infiltrazioni sono infatti più facili nel gioco illegale, dove operano imprese piccole, poco strutturate e che non debbono sottostare a tutti i vincoli delle imprese che operano nella sfera legale. Per questo, oltre a essere più facilmente abbordabili dalle mafie, non devono garantire alcun controllo, né devono rispettare criteri predeterminati: nel gioco illegale non c’è alcuna tutela del giocatore, del consumatore, nessuna garanzia in termini di payout prestabilito, tantomeno una percentuale che debba andare nelle casse statali. Tutto è unicamente improntato al guadagno e questi sono aspetti determinanti per quanto riguarda l’incidenza di infiltrazioni mafiose.
Mentre i concessionari di gioco legale sono costantemente oggetto di monitoraggio da parte di ADM, che quindi può rilevare anomalie e incongruenze, nel gioco illegale tutto questo non esiste, il che lo rende estremamente più appetibile e remunerativo rispetto alla sfera di gioco legale.
Meno gioco legale più gioco illegale
Ha proseguito poi il dott. Baldazzi che, dopo aver passato in rassegna gli esiti di diversi studi regionali - riguardanti il distanziometro, l’accordo Stato-Regioni, il contrasto alle ludopatie, etc. – ha sottolineato come la contrazione del gioco legale porti invariabilmente a un aumento del mercato di gioco illegale, come si è potuto constatare in occasione delle chiusure per il contenimento del Covid.
Sul rapporto fra legalità e illegalità ha fatto ritorno anche l’avv. Sambaldi quando ha ripreso la parola, con l’emblematica domanda “Il sistema del gioco pubblico è un sistema che tutela contro la diffusione, contro l’illegalità, o è un sistema che deve essere abolito e quindi si deve rinunciare ad un sistema legale del gioco pubblico?”.
La risposta che si può inferire dalle sue parole è che, laddove si scelga di mantenerlo, il gioco pubblico legale non dovrebbe venire indebolito, al contrario dovrebbe essere rafforzato il più possibile, con una contestuale azione di contrasto alle debolezze del sistema, che risiedono principalmente nella rete dislocata sul territorio, maggiormente suscettibile di infiltrazioni criminali.
Secondo Sambaldi i controlli esistenti, i parametri di verifica, il sistema concessorio connotano il gioco pubblico come presidio di legalità e, per allontanare ancor di più lo spettro dell’illegalità, occorrerebbe agire consolidando i punti di forza ed eliminando, o riducendo ai minimi termini, quelli di debolezza.
Il ruolo del gioco online
Un altro aspetto messo in particolare evidenza dall’emergenza pandemica è stato il sostanzioso incremento del gioco sulle piattaforme di casinò legali online. In merito, Baldazzi ha sottolineato l’inesistenza di adeguate strategie di prevenzione, controllo e repressione, che andrebbero invece predisposte quanto prima, trattandosi del canale favorito dai più giovani, nonché quello che più facilmente si presta all’offerta illegale.