Sono passati sette mesi da quando il nostro quotidiano è cambiato. Colpa del Coronavirus, del lockdown, di un’emergenza sanitaria in cui l’Italia spera di non ripiombare.
I numeri delle ultime settimane sono preoccupanti, ma da non guardare con allarmismo. Un nuovo lockdown avrebbe effetti devastanti e dunque serve buonsenso per evitare una situazione del genere. Altrimenti tutte le industrie d’Italia saranno colpite nuovamente, stavolta senza la possibilità di rialzarsi.
Anche l’intera filiera del gambling aspetta con ansia le novità del DPCM posticipato al 15 ottobre. Lo stato d’emergenza sarà prolungato al 31 gennaio, le mascherine torneranno obbligatorie anche negli spazi esterni, probabilmente ai locali sarà imposto un orario di chiusura anticipato. Ma è lecito aspettarsi misure più restrittive per le varie attività, in termini di spazi e orari. A maggior ragione se i numeri dovessero continuare a crescere. Il mondo del gambling, in questo senso, ha paura.
Non mentiamoci: il mondo del gambling è in nettissima crescita, scala posizioni nella graduatoria delle industrie d’Italia. Il suo valore è in crescita e il lockdown ha solo attutito una crescita costante. Si stima infatti che entro il 2024 il valore complessivo del settore gambling in Italia supererà i 110 miliardi di euro. La crescita annua della filiera è del 10%. Ma sono dati falsati, che non tengono conto di un fattore importantissimo: quello umano. Se infatti il settore ha attutito bene la caduta, gran parte del merito è dell’online gambling.
Casino online, slot machine online e terrestri, poker rooms ed eSports: sono i 4 comparti che hanno contribuito all'ascesa della filiera. Che, però, oggi vede in un secondo lockdown effetti devastanti. Sono a rischio, infatti, decine di migliaia di posti di lavoro in tutta Italia, nell’offerta di gioco sul territorio che andrà drasticamente a calare. È questo il rischio da scongiurare, cioè che migliaia di lavoratori perdano la possibilità di mantenersi. Già non aiutavano, in passato, le limitazioni in ambito regionale per un settore, quello del gambling, sempre malvisto dalle istituzioni.
Un settore che, evidenziato il rischio di una crescente ludopatia a causa della chiusura forzata del lockdown, si è autoregolamentato per rendere i sistemi di gioco più sicuri.
Il mondo del gioco pubblico è ora atteso da una settimana caldissima. Innanzitutto, si aspetta il 15 ottobre per capire quali saranno le prossime misure nel contenimento del contagio. Importante successivamente sarà la relazione in Commissione Bilancio alla Camera sull’individuazione delle priorità nell’utilizzo del Recovery Fund. Infine, l’approdo in Senato del decreto “Agosto” prima della conversione in legge. Le conseguenze ricadranno – si spera – anche sul comparto del gioco pubblico, che attende manovre importanti per la salvaguardia dei posti di lavoro e della presenza dell’offerta di gioco sul territorio nazionale.
Un settore che intende ripartire e l’ha mostrato la scorsa settimana, con l’allestimento della solita fiera Enada, in cui dal 30 settembre al 2 ottobre sono stati esposti macchinari, prodotti e novità tecnologiche relative al gioco d’azzardo. Si è tenuta in formato ridotto, ma ha accolto numerosi imprenditori, investitori e appassionati del settore. Uniti con un solo scopo: far ripartire l’industria, sperando di sconfiggere quanto prima il nemico rappresentato dal Covid-19.