Quali conseguenze può avere l'arresto di Durov per il gioco online sui social?
Pavel Durov, il fondatore della nota app di messaggistica istantanea Telegram, è finito nei guai. Il magnate russo è stato arrestato dalla gendarmeria francese all’aeroporto di Bourget a Parigi con le accuse di traffico di stupefacenti, pedopornografia e anche promozione del gioco illegale attraverso canali legati ai risultati delle partite truccate.
Durov è stato rilasciato quattro giorni dopo, in libertà condizionale, mentre il suo avvocato, David-Olivier Kaminski, ha voluto sottolineare come Telegram rispetti sotto ogni aspetto le normative digitali europee ed è moderato secondo gli stessi standard degli altri social network.
La questione relativa a Telegram e al gioco illegale è molto importante perchè fornisce un quadro preciso della pericolosità di alcune piattaforme se non utilizzate con criterio.
La struttura di Telegram e le differenze con Whatsapp
Telegram è un servizio di chat gratuito che consente di mettersi in contatto con altri utenti. La grande differenza con WhatsApp è che dà la possibilità di iscriversi a canali di persone a cui sono iscritte migliaia di altri utenti. Attualmente anche WhatsApp sta cercando di sfruttare i cosiddetti canali tematici, ma al momento parliamo di numeri molto minori rispetto a Telegram.
Iscriversi sui canali è molto semplice dato che vi è una barra di ricerca dove è possibile trovare i gruppi di interesse, senza necessità di possedere alcun numero di telefono. Ciò significa che, chi apre un canale, riesce a trovare con facilità gli utenti necessari da truffare.
Lo scorso anno venne pubblicata su La Stampa un’inchiesta che spiegava nel dettaglio quanto fosse facile iscriversi a canali di gioco illegale e, soprattutto, mantenere l’anonimato. Telegram spesso provvede a chiudere questi canali pericolosi, ma riuscire ad aprirne di nuovi è facilissimo, come è facile, come detto, cercare sui canali cosa interessa.
Tra l'altro non va dimenticato che molto spesso sono gli stessi canali «a trovare» gli utenti sfruttando canali simili a cui questi ultimi sono iscritti.
Il pericolo per Durov
La questione Durov rimane complessa e di non facile lettura perche Telegram, nei primi sei mesi dell'anno ha avuto solo 41 milioni di utenti nell'Unione europea e quindi non può essere soggetto alle regole più severe di trasparenza di moderazione dei contenuti della UE. Tuttavia, se veramente Durov venisse penalmente perseguito, potrebbero esserci ripercussioni indirette anche per le altre piattaforme. C'è chi teme che l'arresto del magnate franco-russo possa essere un segnale verso le big tech. Non va dimenticato che i social ormai sono i veri veicolatori di notizie e contenuti. Non è solo su Telegram, dunque, che è possibile trovare canali illegali.
La realtà è che il confine tra illegalità e possibilità di negare un diritto è sempre più flebile.
In ogni caso, l'inchiesta su Durov qualcosa ha smosso. Telegram per anni è stata la roccaforte dell'anonimato. Tuttavia, recentemente l'app ha creato una nuova policy: «Telegram d'ora in poi fornirà il numero di telefono e l'indirizzo IP di un utente se riceve una richiesta dalle autorità».
Inoltre, Durov ha dichiarato che l'azienda sta cambiando anche la sua funzione di ricerca per «scoraggiare i criminali», spesso è stata utilizzata dagli utenti per cercare canali pubblici e bot, e «per vendere beni illegali». L'app si avvarrà dell'intelligenza artificiale per identificare e rimuovere «contenuti problematici» dalla funzione di ricerca della piattaforma.
Va però detto che l'arresto di Durov ha suscitato preoccupazione anche ai canali legali che da tempo operano su Telegram, come TG.Casino, un casinò crittografico che opera interamente su Telegram e che di recente ha stretto una partnership commerciale con l'AC Milan. In generale la piattaforma russa è soprattutto il canale preferito dai Tipster per veicolare le loro scommesse. Insomma: se è vero che è molto facile riuscire a creare canali di gioco illegale, è altrettanto vero che questi non esistono solo su Telegram.
Ciò che servirebbe è una legge europea che regoli tutto il settore e anche la comunicazione attraverso le piattaforme social, legge che ancora non c'è. Per questo tutto deve partire da una riforma.