L'inchiesta aperta dalla procura di Torino sul gioco illegale che ha coinvolto Tonali, Fagioli e Zaniolo riapre la questione relativa sull'azzardo
Attualmente, stando alle stime rilasciate da ADM e Direzione Antimafia il mercato del gioco illegale (terrestre e online) ha un valore di 25 miliardi. Il comparto online occupa il 75% dell'intero mercato nero con un giro d'affari stimato attorno ai 18,5 miliardi di euro, dati che si sommano a quelli analizzati dalla nostra redazione in questo articolo. Secondo i dati dell'agenzia di stampa specializzata Agipronews, a fine 2022 erano stati oscurati da parte dell'ADM 9.421 siti .com, mentre, nei primi 9 mesi del 2023 è stato interdetto l'accesso ad altri 264 siti di gioco offshore.
La domanda che molti sui pongono è come mai si giochi tanto fuori dal circuito ADM AAMS? I motivi sono diversi. Anzitutto su questi siti è possibile trovare quote più alte per le scommesse e vincite più alte per quanto riguarda i casinò games. In secondo luogo, vi sono minori vincoli, sia per quel che riguarda i dati personali (quindi vi è maggior possibilità di anonimato), sia per quanto riguarda i limiti delle puntate, le attività di gioco e i palinsesti consentiti.
Tuttavia, c'è un aspetto che non va dimenticato e tira in ballo direttamente lo stato, ovvero le storture create dal Decreto Dignità.
I problemi creati dal Decreto Dignità
Andrea Alemanno, docente dell’Università Bicocca di Milano, in un'intervista alla Gazzetta dello Sport ha parlato dei problemi creati dal Decreto Dignità al gioco legale. Secondo Alemanno, il Decreto Dignità nasceva con l'intento di ridurre la propensione al gioco in modo da ridurre il flusso delle puntate. Tuttavia, il divieto di ogni forma di pubblicità per il gioco legale, ha di fatto sortito l'effetto opposto. Infatti, come afferma lui stesso, «La pecca del decreto è che avendo limitato tantissimo la possibilità di comunicazione a chi pratica gioco legale, ha anche indirettamente limitato la possibilità di far capire bene che c’è un gioco legale e un gioco illegale».
Questo ha portato dunque, soprattutto i giovani a non avere sufficienti informazioni in materia di gioco legale e, di conseguenza, ad essere più soggetti a cadere nella trappola dell'illegalità. Secondo i dati evidenziati dal docente, oggi ci sono «4,4 milioni di giocatori in canali illegali, ovvero il 17% su 21 milioni di scommettitori». Ciò ha portato anche una ingente perdita economica allo Stato quantificata in un miliardo circa.
Per Alemanno, la soluzione a questo problema è semplice. Lo Stato «Deve imporre loghi chiari per identificare se il sito è legale o no e strumenti di controllo pubblico, ad esempio incrociando i dati dei conti di gioco e reprimendo i siti illegali, sviluppando pure strumenti di autocontrollo per i giocatori». Per fare ciò, conclude, è necessario coinvolgere tutti i protagonisti del settore: dai consumatori all’Agenzia delle entrate, creando un codice di autodisciplina.
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L'intervento di Abodi sullo scandalo scommesse
Anche il Ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi, ha affrontato il problema emerso dall'inchiesta della Procura di Torino. A Radio 24, commentando la richiesta della lega che aveva chiesto le dimissioni del presidente della Figc Gravina, Abodi è stato chiaro: «Penso che in questo momento sembra quasi una richiesta per distrarre. La federazione ha fatto e fa corsi di formazione a tutti i ragazzi convocati nelle nazionali. Poi ci sono le responsabilità delle leghe, dei club e quelle individuali». Secondo Abodi, prima di tirare in ballo la FIGC, occorre fare una riflessione più ampia e comprendere bene quali sono gli attori coinvolti e come si è arrivati a questo punto.
Per quel che riguarda le pene che dovrebbero avere i calciatori coinvolti, Abodi ha affermato di «Non credere in quelle esemplari, ma in quelle giuste».