Parte dalla Regione Lombardia la battaglia no slot. Martedì scorso la Giunta regionale ha dato il via libera alla proposta di regolamento che prevede ulteriori restrizioni per l’accesso a slot machine collocate negli esercizi pubblici.
Nei prossimi giorni il provvedimento - promosso dall’assessore al Commercio, Turismo e Terziario Mauro Parolini e dall’esperta in ludopatia Viviana Beccalossi - passerà al vaglio della Commissione competente del Consiglio regionale, per poi ottenere il placet definitivo nuovamente dalla Giunta. Il regolamento prevede, una novità assoluta nell’ambito del gambling, ovvero che il gestore dei locali in cui si trovano slot machine ha l’obbligo di chiedere, a chi vuole giocare, un documento d’identità che attesti la maggiore età. Un passo decisamente importante verso la direzione del gioco responsabile.
La lotta contro le slot machine è scattata alla fine del 2013, quando il New York Times dedicò uno speciale alla città di Pavia, ribattezzata la capitale italiana del gioco d’azzardo grazie ad una media stratosferica di una slot ogni 104 abitanti. La Giunta Maroni decise subito di dare un segnale forte con l’approvazione della legge, votata all’unanimità dal Consiglio regionale, secondo cui in Lombardia è vietata l’installazione di slot se il locale destinato a ospitarle è situato a meno di 500 metri da scuole, ospedali, centri di aggregazione giovanile e per anziani, chiese od oratori. Una scelta decisa per proteggere le fasce deboli e maggiormente inclini alla dipendenza del gioco d’azzardo, meglio nota come ludopatia.
Nell’ambito della nuova proposta di legge è previsto, inoltre, l’intervento diretto dei psicologi Asl, che avranno la facoltà e il diritto di accedere agli spazi in cui sono installate le slot, interloquire con i giocatori, chiedendo loro anche di compilare specifici questionari, per approfondire e studiare le dinamiche del fenomeno. Questo elemento è basilare nella prevenzione del disturbo ossessivo del gioco, in quanto gli psicologi della Asl forniranno un aiuto diretto a chi gioca male e troppo spesso, e quindi lo fa in maniera patologica. Fornire questo servizio (come evidenziano molti siti e portali dedicati al gioco d’azzardo) non significa controllare, ma essere di supporto a chi non riesce a controllarsi da solo.
La dipendenza dal gioco d’azzardo non è tuttavia un male incurabile. La gente ha bisogno di sapere che c’è sempre un aiuto disponibile, e l’educazione e la consapevolezza di questo deve essere aumentata attraverso specifiche campagne in Lombardia e nell’intero paese. La migliore prevenzione resta la conoscenza dei propri limiti.