Dopo un’estate di silenzio, si torna a parlare della legge sul riordino del gioco pubblico. La destabilizzazione portata dal crollo del governo Draghi ha allontanato ulteriormente il traguardo del disegno di legge sul riordino, che era pronto per essere sottoposto al Consiglio dei Ministri e alle due camere entro la fine dell’estate. Ma l’agenda dell’esecutivo uscente è necessariamente cambiata dopo la perdita della fiducia.
Rompe il silenzio il Sottosegretario al MEF del Governo Draghi Federico Freni, rilasciando un’intervista ad Agimeg, nella quale lascia intendere che non tutte le speranze sono perdute.
Freni esordisce affermando che è sicuramente un peccato aver perso l’occasione di mandare avanti il disegno di legge, vista l’impellente esigenza del settore di nuove e precise regole che conferiscano omogeneità al territorio italiano. Tuttavia, è sua convinzione che il lavoro svolto non sarà inutile e afferma che, nel corso della prossima legislatura, a prescindere al rinnovo del suo incarico, si impegnerà per portare avanti il progetto e vederlo realizzato.
Quella di Freni sul settore del gioco pubblico è, come da lui stesso definita in occasione di precedenti interviste, una visione laica. Si è infatti sempre detto contrario al proibizionismo e alla speculazione etica che grava come una spada di Damocle sul comparto.
Al direttore di Agimeg ha infatti ribadito che, a suo parere, il comparto del gioco pubblico debba esser considerato “un settore industriale da proteggere e salvaguardare nelle sue varie sfumature, sia per il lavoro dei suoi protagonisti sia per contrastare l’illegalità sia per tutelare i soggetti più deboli e vulnerabili e i minorenni attraverso azioni mirate e definitive”.
E proprio questa particolare visione del comparto gli ha permesso di mantenere un atteggiamento equilibrato e razionale nei confronti del settore, cercando una condivisione di quest’ottica anche da parte dei colleghi, non sempre riuscendoci. Il Sottosegretario al MEF ritiene che oramai sia palese la necessità di una “riforma strutturata del settore del gioco” soprattutto alla luce dei diversi studi promossi da enti come il CGIA di Mestre, il Censis, l’Eurispes (di recente intervenuto al Senato), nonché le posizioni di soggetti di rilievo come il Procuratore antimafia De Raho, tutti concordi su “come una penalizzazione eccessiva del gioco legale favorisca quello illegale, gestito dalla criminalità”.
“Uno dei pilastri fondamentali su cui si basa la legge delega è proprio la lotta senza quartiere all’illegalità” continua Freni “Occorre intervenire dove lo Stato è assente e non garantisce adeguati livelli di controllo. Se prospera l’illegalità si danneggia lo Stato e gli operatori del settore che lavorano onestamente e che lo Stato stesso ha il dovere di proteggere”.
E questo, secondo Freni avviene mediante l’attuazione di politiche avanzate che si avvalgano di strumenti tecnologici all’avanguardia, sia per quanto attiene al gioco terrestre, sia per quanto riguarda l’ambito dei casinò online AAMS: regole trasparenti sui flussi di denaro, sui requisiti soggettivi e di onorabilità dei soggetti appartenenti alla filiera, e così via.
Un altro annoso problema che affligge il comparto è quello delle ludopatie, tema particolarmente sentito dall’intera popolazione che ha di recente espresso, tramite un sondaggio, preoccupazione in merito al GAP e sulla mancanza di metodi efficaci per il suo contrasto.
Secondo Federico Freni, si tratta di un tema importante tanto quanto quello dell’illegalità, poiché “a differenza dell’illegalità, non attiene alla qualità della regolazione, ma alla qualità della vita dei giocatori” ed ecco perché prevenzione e contrasto del gioco d’azzardo patologico erano fra i pilastri della Legge Delega.
Freni prosegue sostenendo che il gioco non faccia male in assoluto, ma riconoscendo che esistono determinate situazioni in cui è effettivamente nocivo: anche in questo caso, secondo il Sottosegretario al MEF, l’evoluzione tecnologica dei giochi può aiutare nel controllo di tali devianze, così come l’istituzione del Registro nazionale di autoesclusione dal gioco, oltre alla costante formazione di operatori ed esercenti.
Un ultimo nodo che rimane da sciogliere è la questione in sospeso con le regioni, ai cui Governatori Freni aveva richiesto di soprassedere alle leggi regionali in attesa del riordino nazionale.
Invitato dal direttore Fabio Felici a chiarire se la situazione attuale possa generare rischi di recrudescenze di leggi regionali proibizionistiche, Freni torna sull’argomento con un nuovo appello indiretto, ma sempre rivolto ai Governatori. L’auspicio del Sottosegretario uscente è che le regioni approfittino “di questo particolare momento storico per fare una riflessione sul tema e valutare l’opportunità, in un prossimo futuro, di lavorare tutti insieme per trovare soluzioni nuove al miglioramento del comparto senza rinunciare alla tutela dei minorenni e delle fasce più deboli con maggiori garanzie contro l’illegalità”.