Le opinioni sul gioco con vincite in denaro sono polarizzate fra giocatori e non giocatori: la diversa percezione dei due gruppi fornisce elementi importanti per il settore.
L’indagine condotta da SWG in collaborazione con IGT “Giocare da Grandi – Le rilevazioni dell’Osservatorio sul gioco pubblico 2020-2022” si basa su tre campioni di 3.000 soggetti rappresentativi della popolazione italiana, intervistati nel 2020, 2021 e 2022.
Particolarmente indicativo è il grafico in Fig. 3, che riporta le risposte suddivise per gruppi, giocatori e non giocatori, in riferimento alla descrizione di una persona adulta che gioca con giochi con vincite in denaro:
- Ben il 71% dei non giocatori ha tratteggiato i giocatori come persone che sprecano denaro e il 31% come persone malate;
- Di diverso tenore le risposte dei giocatori: solo il 38% ritiene i giocatori persone che sprecano denaro, il 34% li configura come persone che cercano una grossa vincita per sistemarsi e il 32% come persone che cercano distrazioni per far passare il tempo.
L’Osservatorio che ha curato lo studio evidenzia come l’opinione dei non giocatori sui giochi in denaro possa essere influenzata da luoghi comuni radicati nella società nei confronti di una sfera non ben conosciuta, scetticismo analogo a quello che viene riservato ai migliori casinò online sicuri, spesso erroneamente assimilati alla sfera del gioco non autorizzato da parte di chi non ha alcuna conoscenza del settore del gambling.
Anche nel caso dello studio in questione, infatti, l’opinione di chi ha familiarità con il mondo del gioco appare più centrata: i giocatori riconoscono sia gli elementi di svago sia quelli di rischio, seppure in termini più mitigati rispetto al campione di non giocatori.
A dispetto della visione appiattita su stereotipi di coloro che sono estranei al mondo del gioco, l’Osservatorio, per l’edizione 2022, ha voluto tratteggiare i profili dei giocatori, in base all’approccio al gioco, includendo così, ovviamente, anche coloro che non giocano affatto. Sono stati delineati cinque modelli, eterogenei fra loro, che evidenziano una situazione tutt’altro che semplicistica, come invece appariva dall’interpretazione dei dati del campione avulso dalla sfera del gioco con vincite in denaro.
La Fig. 4 evidenzia le cinque tipologie di giocatori e la ripartizione in termini percentuali: questa distinzione, ancorché semplificata, rende già l’idea della varietà esistente all’interno della categoria stessa dei giocatori, sottolineando ancora una volta la pericolosità delle semplificazioni in questo delicato settore.
Gli identikit dei giocatori
Prendendo in considerazione i profili tracciati, emergono peculiarità e caratteristiche che fanno ben comprendere come diversi soggetti, seppur genericamente inclusi in uno stesso macro-gruppo, siano in realtà ben diversi fra loro, in termini di esigenze, attitudine al gioco ed esposizione alle possibili deviazioni patologiche: tutti aspetti che gli stakeholders del settore devono ponderare attentamente, al fine di garantire soluzioni appropriate e differenziate.
Si gioca per divertimento
Trasversalmente alle diverse propensioni al rischio, è emerso che il giocatore è sostanzialmente una persona che ricerca il divertimento, anche se chiaramente le vincite in denaro offrono una prospettiva allettante (Fig. 5).
Circa il 40% degli intervistati ritiene che le vincite in denaro possano tradursi in opportunità per un miglioramento della propria vita, o in termini di realizzazione di sogni o di entrata economica supplementare: a questo fine, al campione è stato richiesto di individuare i desideri e la possibilità di avverarli, a prescindere alla fonte economica che vi provvederebbe (Fig. 5b).
I giocatori italiani fanno più affidamento sul lavoro, per la realizzazione dei propri sogni, che nel gioco
Al contrario di quanto si potrebbe pensare, i giocatori intervistati non ritengono che lo strumento primario attraverso il quale poter raggiungere tali sogni sia la vincita in denaro. Soprattutto i giocatori più assidui hanno dimostrato una radicata percezione di poter realizzare i propri desideri tramite il proprio lavoro, segnale di una maggiore disponibilità economica, che giustifica quindi anche la maggiore spesa che si concedono per il gioco (Fig. 6).
L’Osservatorio specifica che l’analisi non ha nulla a che vedere con le motivazioni legate al gioco patologico, che è un delicato e particolare caso da trattare a parte. Dallo studio, è emerso come i giocatori non affetti da disturbo patologico ricerchino nel gioco un divertimento e le conseguenti sensazioni che il divertimento genera in loro.
Meno di un giocatore su dieci dimostra chiara apertura e propensione al rischio
L’Osservatorio evidenzia poi come un altro aspetto essenziale per la comprensione della logica dei giocatori sia l’analisi del loro rapporto con il rischio. Gli italiani sono sempre stati prudenti e l’ultimo triennio ha acuito questo tratto: meno di un intervistato su dieci mostra un atteggiamento di chiara apertura al rischio. Oltre l’80% si fa guidare dalla prudenza nelle scelte quotidiane e, anche laddove il rischio si configura come inevitabile, oltre il 70% del campione sostiene di poter individuare i limiti da non travalicare.
Questo atteggiamento è comune a tutti i profili di giocatori individuati, ovviamente con una maggiore propensione alla prudenza dei non giocatori e una minore fra i giocatori che investono più di 20 euro al mese.
Il campione di giocatori si definisce comunque in grado di controllarsi e di rispettare le autolimitazioni impostesi, diverse da persona a persona anche in base alle personali disponibilità economiche. La differenza principale che si evidenzia è fra i giocatori “onnivori”, che sono caratterizzati da comportamenti più frenetici e maggiori spese, e giocatori selettivi, che invece giocano occasionalmente somme inferiori e solo in determinati giochi (Fig.8).
Due modelli di giocatori emergono dall’analisi qualitativa
L’Osservatorio ha individuato due modelli di giocatori, in antitesi fra loro, che rappresentano il profilo meno rischioso e quello invece più a rischio:
- Chi spende fino a 40 euro mensili, tende a esprimere atteggiamenti controllati e sereni; si tratta di giocatori consapevoli, che optano per un numero ristretto di giochi e che lo fanno per puro divertimento e per un saltuario tentativo di vincita, spesso in compagnia;
- Chi spende oltre 120 euro a settimana: oltre a maggiori possibilità economiche, si rileva un comportamento frenetico, eccessivamente sbilanciato sul denaro e sulla vincita, e non sul divertimento, con la tendenza a insistere e ritentare nella speranza di una vincita. In questo caso, inoltre, il giocatore è solitario.
Questi due modelli sono emersi nella fase qualitativa dell’indagine e rendono l’idea della complessità e della diversità del mondo del gioco, che non può essere superficialmente e semplicisticamente interpretato, bensì merita un’approfondita analisi con specifico riferimento al rischio del gioco patologico e alla sua prevenzione. L’Osservatorio, come già detto, ha incentrato lo studio sulla parte sana del gioco, ma è noto come il confine sia spesso labile e come sia opportuno monitorare determinati atteggiamenti e propensioni al rischio, per evitare che sconfinino nella patologia.