Stabilire la correlazione tra l'intelligenza e il gioco d'azzardo non è un procedimento semplice. Il gioco infatti ha una forte componente irrazionale che deriva dalla casualità di vincita e dagli stimoli che nascono da una eventuale vittoria/sconfitta.
Risulta impossibile affermare che chi continua a perdere soldi sia meno intelligente di chi ottiene delle vincite. Eppure il legame tra intelligenza e gambling è stata materia di studio ed è innegabile che diversi scienziati si siano interessati al gioco.
Blaise Pascal ad esempio, è considerato l'inventore della roulette ed è anche il teorico di uno dei metodi più famosi, la legge del terzo. Questo metodo teorizza che nel gioco della roulette, in un ciclo di 36 colpi consecutivi verranno estratti in media solo ventiquattro dei trentasei numeri in gioco.
Anche un altro famoso matematico, D'Alambert, ha teorizzato l'omonimo sistema che altri non è che un normale schema di progressione negativa che non necessita di calcoli complessi.
In generale si reputa che esista un legame teorico tra l'intelligenza di una persona e il gioco d'azzardo nella capacità di ponderazione delle probabilità di vincita, che può essere parziale per quelli con capacità cognitive inferiori.
Inoltre, la ricerca attuale dimostra che l'intelligenza misurata (QI) è correlata al processo decisionale dei consumatori in varie scelte di vita reale.
Proprio a questo riguardo è stata effettuata una ricerca in Finlandia che mette in relazione il QI con il gioco d'azzardo.
La ricerca finlandese
Per comprendere la ricerca che si è svolta in Finlandia è necessario prima di tutto fare un breve excursus del contesto in cui è avvenuto. Nel paese scandinavo il gioco d'azzardo legale è organizzato in un mercato monopolistico che offre diverse opportunità di gioco offline e online, accessibili ai finlandesi adulti. Nella ricerca si è preso in considerazione le scommesse sui cavalli piazzate sull'operatore Fintoto Ltd. Inoltre il servizio militare è obbligatorio per i maschi e volontario per le femmine. Infine, le Finnish Defence Forces somministrano un test del QI obbligatorio standard a tutti i coscritti di tutte le unità.
La ricerca si è svolta in diverse fasi
Si è partito da un campione di 3.738.083 maschi tra i 18 e i 70 anni, ma evidenziando come tra questi, il numero di scommettitori sia pari a 45.094 individui, ovvero una percentuale di poco superiore all'1%.
Si è poi preso in esame i maschi nati tra il 1962 e il 1990 e gli scommettitori maschi della medesima fascia, notando come in quel caso, la percentuale di giocatori si alzava. Infatti su un campione di 992.638 individui, i giocatori sono 20.984 ovvero il 2,1%.
Infine, si è considerato un campione di maschi nati tra il 1962 e il 1990 che hanno svolto il servizio militare (ed effettuato dunque il test sul QI) pari a 705.089 individui e si è scoperto che in quel caso, la percentuale di scommettitori era di 2,2%, ovvero 15.488 persone.
Tale ricerca, pubblicata sul Journal of Behavioral Decision Making, ha dunque dimostrato che gli uomini con un QI numerico più elevato hanno maggiori probabilità di partecipare ai giochi d’azzardo basati sulle abilità, piuttosto che a giochi regolati dall'RNG come le slot machine online. Inoltre questo genere di scommettitori preferisce a scegliere opzioni di scommessa più complicate anche a costo di spendere più soldi.
Ciò dimostra dunque che vi è una correlazione tra QI e gioco d'azzardo, ma solo ed esclusivamente in contesti dove è necessario dell'abilità.
Non è dunque possibile generalizzare la ricerca, estendendola a giochi di puro azzardo come le slot machine.
I motivi di attrazione tra QI e azzardo
Quali sono i motivi che spingono persone intelligenti a giocare d'azzardo? In questo caso è possibile solo fare ipotesi, dato che non vi sono ricerche in merito. Senza dubbio un aspetto che va considerato è quello della sfida. Questo infatti spiegherebbe perché le scommesse di persone con un alto QI si concentrano essenzialmente in scommesse come quelle dei cavalli o di altri giochi di abilità dove la componente casuale è minore anche a costo di dover pagare di più.
Riguardo a quest'ultimo aspetto c'è una considerazione da fare, ovvero che la spesa per il gioco d'azzardo negli individui con un alto QI risulta maggiormente proporzionale al proprio reddito.
Ciò è coerente con le precedenti ricerche che hanno evidenziato come solitamente gli individui con basse entrate economiche tendono giocare una quota del loro reddito proporzionalmente maggiore rispetto a quella impiegata da chi è più benestante.
L'aspetto più importante messo in evidenza dalla ricerca è però un altro, ovvero che la correlazione «gioco d'azzardo-persona poco intelligente/poco istruita» non è veritiero. Il gioco affascina tutti, come si è visto.