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Gioco, l'importanza della giusta comunicazione: a Roma corso di formazione per giornalisti

Saper comunicare è un atto fondamentale. Una comunicazione parziale ed incorretta può alterare la percezione che il pubblico nutre nei confronti dell’oggetto narrato. Così anche la narrazione proposta dai media in merito al gioco legale, deve essere attenta e completa e tener conto del contesto soci
Gioco, l'importanza della giusta comunicazione: a Roma corso di formazione per giornalisti

Saper comunicare è un atto fondamentale. Una comunicazione parziale ed incorretta può alterare la percezione che il pubblico nutre nei confronti dell’oggetto narrato. Così anche la narrazione proposta dai media in merito al gioco legale, deve essere attenta e completa e tener conto del contesto sociale, economico e politico, al fine di evitare di inviare messaggi parziali e confusi. Data l’estrema importanza del tema, è bene che i giornalisti vengano educati dagli esperti del settore per meglio comprendere un mondo al quale molto spesso non viene dato il giusto valore.

Questo l’obiettivo del corso di formazione per i giornalisti dell’Ucsi (Unione cattolica della stampa italiana) intitolato “Le parole del gioco: strumenti per comunicare il gioco legale ed elementi deontologici”. L’incontro si è tenuto a Roma presso il Centro studi americani, coordinato da Marco Dotti, direttore responsabile Emi (Editrice missionaria italiana) e Vincenzo Varagona, presidente dell'Usci.

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Il gioco legale fattura 14 miliardi di euro ogni anno

L’incontro si è aperto con una panoramica generale del settore del gioco legale, nel quale rientrano anche i casinò online. Analizzando i dati, è emerso che nel 2020, il settore ha totalizzato circa 7,3 mld di euro in entrate erariali. Le vincite dei giocatori hanno raggiunto i 75,4 mld, mentre la raccolta si è attestata a 85,4 mld, con un calo di circa il 20% rispetto all’anno prima. I numeri relativi al settore del gioco legale sono alquanto importanti. Secondo il Censis la filiera del gioco si compone di 8271 imprese, nella quale lavorano circa 40 mila addetti, con un fatturato annuale che ammonta a 14 mld di euro. I concessionari autorizzati sono 300, il numero delle imprese di gestione è pari a 3200, mentre sono 80mila i punti vendita che offrono ai cittadini varie tipologie di gioco legale. L’ammontare degli occupati del settore supera le 150mila unità.

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Sulla regolamentazione del settore

Il tema della regolamentazione del settore, sempre centrale nei dibattiti tra forze politiche e addetti ai lavori, è stato affrontato da Alfonso Celotto, docente di Diritto costituzionale all'Università degli Studi Roma Tre. Celotto ha illustrato alcuni degli interventi normativi intercorsi negli ultimi anni, sottolineando come “dopo un lungo periodo, nel quale il gioco era inteso come fattore di rischio in termini sociali, legali e finanziari, il decreto Legge 138/2002 abbia cambiato la percezione del legislatore, affidando all’Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato (Aams, ora Adm, Agenzia dogane e monopoli) le attività di organizzazione, esercizio e controllo dei giochi, delle scommesse e dei concorsi a pronostici”.

L’esperto ha citato i decreti che hanno regolamentato e ridefinito gli ambiti e i confini del settore con il riconoscimento del disturbo da gioco d’azzardo come patologia. Importante è stata anche la legge di Bilancio 2019 (l. 145/2018) attraverso la quale ADM ha potuto monitorare la raccolta territoriale del gioco fisico e gli orari di funzionamento degli apparecchi da intrattenimento.

Sul tema del gioco illegale e della dipendenza

Il tema dell’illegalità è stato affrontato da Raffaele Oriani, professore ordinario di Finanza aziendale alla Luiss Guido Carli il quale ha evidenziato l’importanza di espandere il mercato del gioco legale che, come hanno concluso alcuni studi, può portare ad un’effettiva diminuzione dell’illegalità. L’esperto fa riferimento al Canada, dove, secondo Arthur, Williams e Belanger 2013, l’aumento dell’offerta legale di giochi ha consentito, negli anni, una persistente diminuzione del gioco illegale, ed allo studio di Pontell che ha posto l’attenzione sul fenomeno a Macao.

Anche gli studi econometrici effettuati in Italia, hanno confermato il ruolo positivo che può avere il gioco legale, ma solo se opportunamente regolamentato attraverso una legislazione puntuale ed una particolare attenzione ai comportamenti dei giocatori, alle evoluzioni tecnologiche e, soprattutto, se accompagnato da una lotta serrata al gioco illegale.

Spazio anche al gioco d’azzardo patologico, tema approfondito da Sarah Viola, psichiatra del Servizio sanitario nazionale. La dottoressa ha messo in chiaro che “la dipendenza del giocatore dal gioco sia determinata dalla sostituzione dei rapporti relazionali con gli altri con un oggetto”. Viola sottolinea che non è importante quale sia l’oggetto, in quanto chi soffre di questa dipendenza ne ha più di una, la cosiddetta comorbilità. “Centrale nelle dipendenze è la dimensione fisica, che gli inglesi chiamano craving, ovvero il bisogno incontrollato di reperire l’oggetto stesso del desiderio tanto da rendere inutili le strategie di allontanamento fisico dall’oggetto. Questo è il nodo della dipendenza”.

Come i giornalisti dovrebbero fare informazione sul gioco

Michela Di Trani, giornalista e portavoce della Consulta nazionale antiusura S. Giovanni Paolo II, ha indicato quelle che dovrebbero essere le best (e worst) practices deontologiche che i giornalisti dovrebbero considerare nel momento in cui devono scrivere ed informare sulla questione del gioco legale e illegale. “Esistono modi diversi di fare informazione, con ripercussioni sociali di segno opposto: da un lato c’è chi documenta onestamente la realtà e contribuisce ad un sano dibattito di idee, dall’altro vi è un giornalismo che puntando sulla semplificazione, sfiorando la banalizzazione e l’eccessiva spettacolarizzazione, è alla continua rincorsa dell’audience e dei profitti piuttosto che con l’obiettivo di generare benessere sociale grazie ad un’informazione di qualità”, spiega Di Trani.

Gli operatori dell’informazione hanno una responsabilità insita nella buona pratica dell’attività giornalistica, che non sfocia nell’ambito della censura, bensì nella dimensione etica. Due qualità risultano essere fondamentali, onestà intellettuale e senso di responsabilità verso le tematiche trattate che comportano di conseguenza una nutrita fiducia da parte del lettore.

Natalia Chiaravalloti

Ruolo: Senior Content Manager
Esperienza: 6+
Specializzazione: Recensioni casinò e news

Esperta nei processi formativi e copywriter specializzata nel settore dei giochi online. Collabora con diversi brand del gambling nella creazione di articoli e recensioni sui migliori operatori di gioco italiani e spagnoli, oltre che ad essere Head Writer di Giochi di Slots.

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