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Gioco pubblico: secondo Alesse è necessaria una campagna mediatica di informazione

In un'intervista al Corriere della Sera, il direttore dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Roberto Alesse ha parlato a tutto tondo della situazione relativa al gioco d'azzardo, analizzandone diversi aspetti. In particolare, Alesse ha sottolineato l'esigenza del riordino del settore on
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Silvia Urso
8 mar 2024
Gioco pubblico: secondo Alesse è necessaria una campagna mediatica di informazione

In un'intervista al Corriere della Sera, il direttore dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Roberto Alesse ha parlato a tutto tondo della situazione relativa al gioco d'azzardo, analizzandone diversi aspetti. In particolare, Alesse ha sottolineato l'esigenza del riordino del settore online che aveva assoluta necessità di una riforma e di bandire nuove gare di assegnazione. L'intervista ha però toccato anche altri temi molto importanti in materia di azzardo.

La situazione del gioco in Italia secondo Alesse

Roberto Alesse ha parlato della mancata regolamentazione del gioco fisico, tema caro agli addetti al settore che abbiamo analizzato in questo articolo, ma che ancora trova la necessaria attenzione da parte del Governo. Sul tema il direttore dell'ADM ha sottolineato come «le associazioni sanno che il riordino del gioco fisico presuppone l’intesa con i Comuni e le Regioni per arrivare a regole comuni», facendo intendere come la questione sia molto più complessa di quanto si pensi.

Altro tema caldo affrontato da Alesse è stato quello relativo alla spesa degli italiani nell'azzardo. Quando gli è stato fatto notare che gli italiani hanno speso 136 miliardi nel gioco, il direttore dell'ADM ci ha tenuto a sottolineare di non confondere la raccolta (di 136 miliardi), con la spesa che, in realtà, al netto delle vincite, è stata di circa 20 miliardi.

Sulla questione Alesse ha invitato alla cautela perchè l'Italia presenta «dati certificati, a differenza di altri Paesi, dove peraltro non ci sono controlli paragonabili ai nostri».

Ciò significa che quando si snocciolano certi dati, bisogna farlo con raziocinio, evitando di scatenare allarmismi. L'Italia, infatti, non è la maglia nera d'Europa in materia d'azzardo, dato che i numeri degli altri Paesi europei non sono noti. Il nostro Paese è, anzi, quello europeo che presenta i maggiori controlli.

Quanto al gioco illegale, quando gli è stato fatto notare che rappresenta un mercato tra i 20 e i 25 miliardi, Alesse ha specificato che «C’è un costante monitoraggio della rete internet, dove scoviamo i siti di operatori non concessionari e li chiudiamo. Inoltre, c’è una diffusa attività di controlli sulla rete fisica: più di 27 mila nel 2023, di cui 12 mila specifici contro il gioco minorile. Sono stati circa 500 i siti inibiti. Nel 2024 abbiamo preso lo stesso provvedimento per altri 174 siti».

Alesse ha aggiunto che l'ADM sta aumentando l’attività di vigilanza, grazie anche alla forte collaborazione con le forze dell’ordine, in particolare con la Guardia di Finanza.

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Riflessione sul divieto pubblicità

Uno dei temi più caldi affrontati da Alesse è stato quello relativo all'attuale divieto di pubblicità. Quando infatti gli è stato fatto notare che attualmente gli italiani affetti da ludopatia sono un milione e mezzo, nonostante col decreto dignità sia stata vietata la pubblicità sui giochi ha replicato: «Credo si debba fare una riflessione su questo. La nostra legislazione è certamente severa. Ma c’è bisogno anche di una informazione corretta sul gioco come divertimento, senza ipocrisie. E una campagna mediatica potrebbe servire anche a spiegare i rischi legati alla dipendenza e al gioco illegale».

Proprio la questione relativa al divieto di pubblicità è uno dei temi maggiormente dibattuti tra gli addetti ai lavori. Da quando è stata vietata nel 2018 vi sono state delle storture a cui non si è posto rimedio. Infatti, molti brand d'azzardo "aggirano" la norma facendo pubblicità non ai giochi che propongono, ma alle news e alle statistiche presenti sulle loro piattaforme.

Anche durante partite o programmi sportivi, spesso appaiono banner pubblicitari su brand di gioco d'azzardo. Tutto ciò si traduce in un costante bombardamento mediatico cui non fa seguito una corretta informazione in materia di pericoli.

A questo riguardo, Nicolò Fagioli, calciatore finito all'interno dello scandalo scommesse, in un recente incontro ha dichiarato che «all’inizio non sapevo quale fosse la differenza tra i .it e i .com».

Le dichiarazioni di Fagioli sono da tenere in considerazione, dato che vanno di pari passo con un sondaggio condotto da Eurispes, in cui il  Il 38% degli intervistati ha dichiarato di avere conoscenza diretta o indiretta dell’esistenza di circuiti di gioco illegali, mentre il 6,4% ha partecipato direttamente a giochi illegali. Risulta evidente come sia necessaria un'opera di prevenzione ed educazione su questa tematica. L'idea di Alesse di una campagna mediatica su tale tematica non è sbagliata. La palla ora passa al Governo.

Silvia Urso

Ruolo: Head of Content
Esperienza: 5+ anni
Specializzazione: Recensioni giochi e casinò

Gambling analyst con oltre 5 anni di esperienza nel settore del gioco legale italiano. Si occupa della coordinazione della redazione di Giochi di Slots, oltre a collaborare con numerosi quotidiani online.

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