La ludopatia occupa l’ottava posizione nella classifica delle principali dipendenze che riguardano il nostro paese: stranamente, però, sale sul podio, in prima posizione, per l’attenzione che le riservano i vari mezzi di comunicazione.
Sul podio della classifica, rispettivamente, la dipendenza da fumo, alcool e social network, quest’ultima legata al bisogno ossessivo di controllare facebook e altri social appena svegli. Segue la dipendenza da droga, (i dati ad essa riferiti potrebbero essere più alti considerato che si tratta di un fenomeno illegale e perciò non rilevabile) e smartphone, quest’ultima relazionata alla diffusione del fenomeno “nomofobia”, i cui sintomi si manifestano nella paura incontrollata di rimanere senza cellulare e sconnessi dal contatto con la rete di telefonia mobile.
Occupano la sesta e settima posizione due dipendenze che colpiscono più di 4 milioni di persone: dipendenza da shopping, (shopping compulsivo) guidata da un impulso urgente e irresistibile a comprare, che nei casi più estremi porta i soggetti ad indebitarsi o non pagare impegni come mutuo, rate o bollette per comprare oggetti come vestiti, scarpe, ecc. e la dipendenza dal sesso (sex addiction), definita dal DSM-5 (Manuale dei disturbi mentali) come un disturbo da ipersessualità che porta chi ne soffre all’assoluta incapacità di controllo volontario dei propri pensieri. Ciò ostacola la capacità di condurre una vita regolare, e le ripercussioni negative si riflettono anche in ambito sociale e lavorativo.
La dipendenza dal gioco occupa l’ottava posizione della classifica ed è l’unica forma di dipendenza che interessa meno di un milione di persone. C’è da sottolineare che una persona può far parte di più categorie di dipendenza e quindi i soggetti colpiti dalle dipendenze evidenziate non sono la sommatoria dei valori proposti. Bisogna inoltre considerare che le percentuali di mortalità riferiti alle ultime tre dipendenze della classifica, shopping, sesso e gioco, sono inesistenti o molto basse. La percentuale presenta un relativo incremento quanto si tratta di dipendenze da social (eventi tragici riconducibili all’utilizzo di strumenti come facebook) o smartphone (basti pensare alle morti per incidente dovuti all’utilizzo dei cellulari in auto). Fumo, alcool e droga sono la causa di migliaia di decessi l’anno.
In questo contesto la nota stonata è rappresentata dall’attenzione mediatica riservata al gioco. Considerando il periodo compreso tra luglio 2016 e giugno 2017, articoli e servizi radio-televisivi dedicati al gioco vedono il segmento al primo posto tra quelli considerati. Secondo dati Agimeg, i principali quotidiani nazionali e locali e le principali emittenti radio-tv, nell’anno in esame hanno dedicato circa 500 pezzi (articoli, news e servizi) al gioco. Tale attenzione mediatica non è stata riscontrata negli altri settori analizzati. Nei 500 e più interventi mediatici il gioco è stato definito come un preoccupante allarme sociale.
DIPENDENZA | N. PERSONE | FONTE |
Fumo | 10.300.000 | Istat |
Alcool | 8.265.000 | Istat |
Social Network | 6.300.000 | Telefono Azzurro |
Droga | 4.000.000 | La Stampa |
Smartphone | 3.400.000 | Telefono Azzurro |
Shopping Compulsivo | 2.750.000 | Il Giornale |
Sesso | 1.500.000 | La Repubblica |
Gioco | 900.000 | Ministero della Sanità |
Il parere di Paola Binetti
“Si dice che la ludopatia è solo all’ottavo posto tra le varie dipendenze, ma si dimentica che si tratta di dipendenze che si intrecciano strettamente tra di loro, rafforzando gli effetti negativi. Si fuma mentre si gioca e ancor più mentre si gioca on line. E’ difficile separare la dipendenza dal gioco on line dalla contestuale dipendenza da internet. Occupare solo l’ottavo posto per una dipendenza creata, alimentata e mantenuta dallo stesso Stato non è una scusante, ma una vera e propria aggravante per chi si mostra cieco e sordo davanti alla grave responsabilità di prevenire il disagio psico-fisico a qualsiasi livello si manifesti”.
“E’ vero che si muore più facilmente per altri tipi di vecchie dipendenze, come il fumo e l’alcol, o di nuove dipendenze come le droghe o il telefonino usato mentre si guida. Ma è proprio la lenta cronicizzazione della ludopatia che la renderebbe curabile, se fosse possibile interrompere il circolo vizioso che lega il giocatore al gioco. In realtà accade il contrario e l’offerta di gioco si fa sempre più creativa e fantasiosa, pone tutti i mezzi per fidelizzare il cliente e ignora un criterio basilare: il gioco smette di essere un gioco quando si trasforma in dipendenza. Allora è già diventato una droga…”.