La Direzione Investigativa Antimafia ha tracciato un quadro generale sul business del gioco d’azzardo gestito dalle organizzazioni criminali mafiose nel nostro paese. I tentacoli della “piovra” che inizialmente si allungavano per accaparrarsi la gestione del mercato illegale, hanno via via spostato il loro raggio d’azione verso il mercato legale e non solo. Diversi i legami esistenti con le organizzazioni criminali di altri paesi, interessati agli affari di casa nostra per la gestione di sale da gioco clandestine. Il tutto condito da episodi di racket e usura.
Andiamo a vedere cosa è emerso dall’analisi investigativa svolta sulle principali regioni toccate dalla piaga del malaffare.
Nel corso del 2015, “le operazioni di polizia giudiziaria concluse contro la ‘ndrangheta calabrese, sono state effettuate prevalentemente nel territorio del distretto giudiziario della Corte d’Appello di Brescia, che include i circondari dì Brescia, Mantova, Bergamo e Cremona”, ovvero in diversi punti caldi del gioco d'azzardo lombardo. I risultati delle operazioni non hanno fatto altro che confermare la grande abilità della criminalità calabrese di estendere i suoi tentacoli in diversi settori, quali quello edilizio, dei servizi ambientali ed urbanistici, delle bonifiche, dei finanziamenti pubblici, della grande distribuzione, dell’erogazione del credito, dei giochi d’azzardo e delle scommesse.
Protagonista assoluta del narcotraffico internazionale, la ‘ndrangheta, potrebbe accrescere i propri interessi, come è già avvenuto in passato, “sfruttando tutta una serie di ambiti a forte impatto sociale – compreso il terzo settore – vitali per l’economia e la gestione amministrativa e finanziaria del Paese”.
Secondo la relazione i settori maggiormente esposti sono quelli relativi alla “gestione di congegni elettronici da intrattenimento e scommesse online”, un'esposizione giustificata dal business miliardario che ruota attorno al gioco d'azzardo italiano (88 miliardi di euro in termini di raccolta di giocate).
Non solo 'ndrangheta
I clan della camorra, re indiscussi degli appalti truccati, non hanno tardato anche loro a mettere le mani sul succulento settore dei giochi e sfruttando appieno “la permeabilità delle Istituzioni”. La loro abilità nel settore si sono basate su “un riadattamento delle vecchie metodologie operative alle più complesse tecniche di gestione fraudolenta del gioco online”. Una Sacra Corona “Unita” in tutti i sensi, con forti legami a livello nazionale e internazionale. Le attività criminose sono state portatrici di ricchi profitti sia in Italia che all’Estero. La relazione parla di “attività di raccolta, anche online, di scommesse abusive e di distribuzione ed imposizione di apparecchiature da intrattenimento; alterazione dei software e delle schede elettroniche degli apparecchi installati”.
Ricordiamo in particolare l’operazione “Clean Game” del 24 febbraio 2015 che ha portato al sequestro di beni per un valore di circa 12 milioni di euro e all’arresto di 20 persone, accusate di aver fatto parte dell’associazione di stampo mafioso, gravitante nell’area della Sacra Corona Unita, che aveva il compito di controllare il gioco d’azzardo attraverso la commercializzazione di apparecchi elettronici. Ai titolari degli esercizi commerciali veniva imposta l’installazione di apparecchi da gioco con schede truccate oltre al versamento di una percentuale sui proventi illeciti, riuscendo, in tal modo a monopolizzare il territorio salentino.
Una regione “cuscinetto” la Basilicata, esposta come si legge nella relazione “alle proiezioni di gruppi extraregionali strutturati”. La Magistratura e le Forze di polizia sono riuscite nell’intento di contenere le mire espansionistiche dei vari clan, ma qui è ancora molto forte la presenza di sodalizi a composizione “familiare” dediti ad attività estorsive, usura, traffici di sostanze stupefacenti e armi, riciclaggio di denaro e gioco d’azzardo. I giochi e le scommesse online sono al centro degli interessi di questi clan, che già in passato, hanno dato prova di saper raggirare il vuoto normativo dello Stato in tema di “regime concessorio”.
Qual è il ruolo delle organizzazioni straniere
Emblematico il caso LastBet del 2011 sul calcio scommesse. “La Squadra Mobile di Cremona ha arrestato in data 24 marzo 2015 un macedone, responsabile di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ed alla frode sportiva in concorso con altri, tra i quali un serbo. L’indagine ha portato alla scoperta di una holding mondiale del calcio scommesse, gestita da soggetti singaporiani, in grado di interferire in competizioni calcistiche nazionali ed internazionali, alterandone i risultati una parte sostanziale della preparazione, pianificazione, direzione e controllo dell’attività illecita è avvenuta in Italia, dove il gruppo criminale operativo era rappresentato da soggetti di origine slava”.
Secondo la Direzione Investigativa Antimafia le organizzazioni criminali straniere si inseriscono nel settore dei giochi e delle scommesse e sono in grado di speculare sul gioco d’azzardo operando attraverso la concessione di prestiti ad usura in favore dei giocatori dei casinò.
I clan cinesi, in particolare agiscono in sinergia con la camorra in attività di contrabbando, contraffazione, smercio di monete falsificate, traffico di documenti falsi, immigrazione clandestina, sfruttamento della prostituzione. Il flusso di capitali ricavato dalle attività illecite viene reinvestito e riciclato per acquistare immobili, aprire nuove attività commerciali, gestire i giochi d’azzardo e favorire i prestiti legati all’usura.
Da non sottovalutare, infine, i legami con broker di paradisi fiscali come Malta e Gibilterra e le ramificazioni con la criminalità organizzata dei Balcani, che hanno permesso a queste holding del crimine di riciclare denaro sporco e incassare diversi milioni di euro tramite 'Totem' e Ctd.
In definitiva, possiamo concludere che la DIA e le forze d'ordine dovranno muoversi anche verso questa nuova frontiera della criminalità organizzata, che come da cliché non ha perso tempo ad individuare uno dei settori più in crescita dell'economia moderna.