Il gioco d’azzardo visto come forma di socializzazione: non sono in molti a concordare con questa interpretazione del settore, il quale è invece spesso malvisto e trattato con pregiudizio.
È però di questa opinione il CEO di Snaitech, Fabio Schiavolin, che condivide – in un’intervista rilasciata qualche giorno fa - la politica messa in atto dal colosso del gioco legale in Italia: “Noi stiamo trasformando tutti i punti vendita in luoghi di socialità, in punti di aggregazione. E la tendenza ora è l’intrattenimento. Il gioco ha una dimensione di svago per questo offriamo gli streaming live degli eventi sportivi, in modo che chiunque possa giocare mentre sono in corso, convertendo il pronostico in un modo di socializzare”.
L’idea è pertanto quella di non offrire solo l’opportunità di puntare scommesse, bensì di associarla ad attività di svago e di condivisione con altri utenti, e in un contesto sicuro e regolamentato: entro i confini del gioco legale c’è spazio per l’aggregazione e per una rilettura, in diversa chiave, del gioco d’azzardo. Dove ci sono regole e disciplina, ci sono anche protezione e tutela dei giocatori, i quali vengono preservati dalle deviazioni illegali del gioco, che non concedono invece alcuna garanzia.
Utile di bilancio trainato dall’online, ma necessaria attenzione nei confronti del retail
A maggio, in occasione della presentazione del Bilancio di Sostenibilità, Snaitech aveva reso noti i numeri del 2021, ed era emerso che solo grazie al canale digitale che ospita anche Snai Casino la società era riuscita a sostenere tutti i costi, compensando il semestre di chiusura della rete fisica.
Tuttavia, è bene ricordare che Snaitech gestisce 1.600 punti retail, ai quali ne vanno aggiunti centinaia dell’operatore Happybet - attivo in Austria e Germania -, in virtù della recente acquisizione effettuata. Appare dunque evidente come, soprattutto in un momento come questo, in cui sono state eliminate sostanzialmente tutte le restrizioni, sia fondamentale aggiornare e implementare l’offerta dei punti gioco fisici, che dovranno essere pronti a riaccogliere al meglio gli utenti non fidelizzatisi all’online nel corso del biennio trascorso fra lockdown, restrizioni e chiusure.
Il futuro del gioco non è tutto online
Effettivamente, nonostante il settore online sia cresciuto in modo massiccio, coadiuvato dalle chiusure e dalle restrizioni sanitarie, avevamo già notato non esser riuscito a conquistare tutti i giocatori. Si era, infatti, osservato il caso eclatante del Bingo, che, non appena riaperte le sale, ha fatto registrare dati sovrapponibili all’epoca pre-pandemica, in controtendenza rispetto ai dati afferenti alle restanti tipologie di gioco.