Il gambling è un fenomeno internazionale e un pilastro oramai imprescindibile della new economy, la cui crescita sembra non conoscere davvero limiti e ostacoli. O forse sì?
Per rispondere a ciò occorre fare un piccolo passo indietro, più precisamente al 2011. È in quell'anno infatti che, nella provincia altoatesina di Bolzano, è stata approvata una legge fortemente restrittiva su questa tematica. Ed è proprio da qui che è partita una politica e una legislazione fortemente limitativa, a livello soprattutto locale. Questo può essere, in un certo senso, spiegato con il fatto che è lì che si vivono le conseguenze principali del gioco d'azzardo. Basti pensare, per esempio, alla ludopatia e a tutto ciò che è irrimediabilmente legato alla salute dei cittadini.
Certo, viene da pensare e da domandarsi quanto possa essere complesso porre delle barriere e dei vincoli al gambling che si diffonde sulla rete e tramite i devices mobile.Stiamo parlando di un qualcosa di davvero molto complicato, per non dire totalmente impossibile. Secondo l'As.tro (Assotrattenimento) "per alcuni prodotti, soprattutto quelli a target giovanile, si stima un trend di crescita chepotrebbe raggiungere a breve l’800%".
Fatto sta che il tentativo di regolamentare il tutto in maniera chiara, dettagliata e precisa appare un qualcosa di abbastanza logico e sensato. Resta però da capire se un'impronta proibizionista sia la soluzione migliore. Questo perché, a volte, può capitare che quest'ultima incentivi più che disincentivare. Ciò che inoltre va sottolineato è che si pone anche una mera e semplice questione di legalità. Infatti, è stato lo stesso Tar di Bolzano, pronunciatosi dopo numerosi ricorsi, a dire che «la normativa avrebbe impedito l'erogazione del gioco legale sul territorio comunale». Questo sta a significare che non si può essere di principio contro il gambling se questo viene esercitato nel rispetto delle regole, perché, come detto, più che una limitazione e un porre dei vincoli, il tutto appare come una sorta di becero e prevenuto proibizionismo.
Per concludere si può affermare che sono gli stessi amministratori locali a chiedere un intervento legislativo a livello nazionale, il quale porti a una soluzione ragionata, razionale e ampiamente condivisa. Altrimenti il rischio è quello di una creazione di una sorta di “questione territoriale” legata al gioco d'azzardo e alle sue molteplici e infinite sfaccettature. Insomma, un qualcosa che va assolutamente evitato e tenuto a freno. Sotto questo punto di vista, può risultare utile e fondamentale il lavoro della Conferenza Unificata, che già sta operando sul tema della regolamentazione del gambling.
L'estenuante trattativa tra governo ed enti locali in tema di riordino del gioco pubblico sul territorio, come previsto dalla legge di Stabilità 2016, è ormai in dirittura dirittura d'arrivo. Il Governo presenterà ufficialmente nei prossimi giorni una serie di proposte già condivise con gli enti locali. Restano ancora alcune criticità, soprattutto per quanto riguarda la classificazione in due livelli delle sale da gioco, che potrebbe “derogare quelle di tipo A dal rispettare le normative locali vigenti (in tema di distanziometro, ndr), che in alcuni casi sono molto restrittive”.
L'argomento, si sa, è molto complicato, eterogeneo e ci vorrà sicuramente molto tempo. La sensazione è che alcuni principi e valori di base della normativa altoatesina possano anche essere tenuti e presi in considerazione, senza però accentuarli troppo. E senza dimenticarsi del sacrosanto ruolo delle autonomie locali, che non va comunque mai intaccato a favore della riserva di stato. Anche se si parla di gioco d'azzardo. Anche se si parla di un fenomeno che crea profitti e guadagni in tutto il globo.
No-Slot, l'Emilia Romagna sulla scia della Lombardia
La regione ha deciso di approvare il provvedimento per allontanare i centri di scommesse dai luoghi sensibili. La novità tra numeri attuali e progetti per il futuro
La lotta all'azzardo segna un altro punto a favore dei no slot. La filosofia dettata dalla Lombardia ha trovato una seguace nell'Emilia Romagna, che a fine ottobre ha approvato una legge per limitare il gioco ed evitare comportamenti compulsivi. Soltanto il primo passo verso una riforma auspicata e dibattuta in più sedi, con la soddisfazione dei protagonisti.
Il provvedimento prevede per l'Emilia Romagna l'allontanamento delle case da gioco e dei centri scommesse dai luoghi sensibili. Le scuole, i luoghi di culto, gli impianti sportivi e le zone residenziali che operano in campo sanitario non potranno avere vicino a sé un centro autorizzato all'azzardo fino a una distanza di 500 metri dal percorso pedonale più breve. Con la possibilità per i sindaci di ogni comune della regione di individuare altri punti sensibili che non rientrano in queste categorie, basandosi sulle attività del territorio. Inoltre anche i rinnovi di contratti tra concessionario ed esercente sono considerati come nuove installazioni, così come nuovi accordi o il trasferimento di una nuova sede. Tutte misure per evitare scappatoie a questa nuova legge, che ha avuto il pregio di mettere d'accordo il Movimento 5 Stelle (da cui è parita la proposta) e il Partito Democratico. Un evento più unico che raro, di questi tempi.
La decisione permette di gestire con maggiore consapevolezza i casi patologici, aumentati del 120% nel periodo dal 2010 al 2015. Cifre che i cittadini italiani non possono tollerare e vogliono contrastare in ogni modo. A partire da quest'ultimo provvedimento. L'obiettivo finale, come anticipato da Renzi, è rimuovere tutte le slot dagli esercizi italiani. Certo una dichiarazione ambiziosa, unica nel suo genere perché mai uscita dalla bocca di uno dei suoi predecessori. Il premier però ha più volte ribadito il suo impegno nella questione, sebbene la legge di stabilità non sia ancora riuscita a raccogliere tutti i fondi previsti dal settore dell'azzardo.
Per riuscire nel suo scopo il governo deve prima riuscire a controllare la pubblicità delle aziende attraverso i principali media. Un tema molto sentito anche dall'opinione pubblica, come confermato dallo scalpore suscitato dalla notizia dell'accordo di sponsorizzazione tra Intralot e la nazionale italiana di calcio. Portare un marchio così pericoloso di fronte a ogni fascia d'età (anche i neo maggiorenni, sulla carta più vulnerabili) può rendere vani gli sforzi applicati in campo legislativo. Inoltre si cercherà di trasmettere il messaggio che il gioco è bello se applicato con responsabilità, visto che l'azzardo di massa è studiato apposta per essere frenetico nella sua realizzazione. Con le slot machine può bastare un'ora per perdere cifre considerevoli. Arrivando anche a spendere sui 1800 euro, la media regionale dell'Emilia Romagna secondo Valentina Ravaiolo, consigliera del PD.
Infine. bisogna prestare attenzione all'associazione del gioco legale come lotta alla mafia. Alcune recenti inchieste hanno sottolineato che le organizzazioni mafiose stanno spostando il baricentro del proprio business verso l'azzardo legale, portando la lotta all'interno della legalità. Sbaragliare il gambling è l'unica soluzione per cacciare la mafia da questo genere di affari. Ma quella sarà solo l'ultima battaglia di una lunga guerra, che ha vissuto una tappa fondamentale in Emilia Romagna.