Secondo quanto appreso dalla stampa specializzata, la misura prevista dalla nuova Legge di Bilancio, che allarga l’obbligo di registrazione degli operatori di gioco, potrebbe generare un incasso di 27 miliardi di euro.
La norma, dicevamo, estende l’obbligo di iscrizione in un registro pubblico a tutti gli operatori di gioco, per rendere ancora più efficace il presidio dell'Agenzia sul reparto dei giochi, per contribuire a dare un quadro quanto più dettagliato sulla distribuzione territoriale di tutti i soggetti che fanno parte della grande catena di montaggio dell’offerta di gioco pubblico.
Per iscriversi all'elenco ci sarà la previa verifica dell’Agenzia verso ogni richiedente, per controllare il possesso delle licenze di Pubblica Sicurezza, delle autorizzazioni e delle concessioni richieste dalle normative di settore, della certificazione antimafia e, ovviamente, dell’avvenuto versamento della somma prevista per la propria categoria. Per esercitare qualunque attività di gioco occorrerà l’iscrizione al registro, senza la quale si subiscono sanzioni pecuniarie di 10.000 euro e il veto sulla possibilità di iscriversi nel quinquennio successivo alla sanzione, che va a gravare anche sul Concessionario che intesse rapporti contrattuali funzionali all'esercizio delle attività di gioco con soggetti differenti rispetto a quelli iscritti nel Registro. In casi di reiterazione, per tre volte, è prevista la decadenza della Concessione.
Nel settore, stando alle stime, lavorano circa 115.000 operatori, di cui 60.999 iscritti al RIES, i cui costi anno per anno ammontano a 150 euro oggi come oggi. Le maggiori entrate derivanti dalla norma, sono quantificabili nell'ordine 27,4 milioni di euro annui, considerati i costi annuali di iscrizione differenziati e crescenti a seconda dell’appartenenza dell’operatore ad una delle 4 grandi macrocategorie di esercenti, gestori, produttori e concessionari. Nella stima viene considerato che il 50% circa degli esercenti, ed un altro 30% di altre categorie, operano in ambiti di gioco differenziati e molteplici e sono tenuti, ex lege, al pagamento di una unica quota di iscrizione. Inoltre, nella disposizione, sono previsti ravvedimenti operosi da parte del soggetto che intenda regolarizzare il versamento della quota annuale, dovuta all'iscrizione nel registro unico degli operatori di gioco.
Slitta la sostituzione delle vecchie slot machine
Intanto, l'aumento del PREU ha determinato uno slittamento del termine ultimo per la sostituzione delle slot in funzione con terminali da gioco da remoto, così come previsto dalla Manovra di Bilancio, approdata e approvata, seppur con qualche modificazione ancora lecita, dal Consiglio dei Ministri.
La Legge 208/2015 parla in maniera chiara: i nulla osta per gli apparecchi non possono essere più rilasciati dopo il 31 dicembre 2017 e questi apparecchi devono essere regolarmente dismessi entro il 31 dicembre 2019. In sostanza, la riduzione del numero dei nulla osta doveva avvenire tra il 2017 e il 2019. Entro il 31/12/2017 il numero complessivo dei nulla osta non doveva superare i 345.000, mentre entro il 30/04/2018 non poteva essere superiore a 265.000.
Con l’adozione della Legge n.204 del 1 settembre 2017, è stata attuata la riduzione del numero di AWP, che ha determinato l’aumento della portata ad una percentuale del 34,9%. Taciuta, invece, l’adozione, non attuata, di nuovi modelli di apparecchi con gioco da remoto, ovvero slot machine AWP-R. Sul tema è poi intervenuta la legge 145/2018, che ha di fatto differito al 1° gennaio 2020 l’entrata in funzione degli apparecchi con controllo del gioco da remoto, fissando al 31 dicembre 2019 la data a partire dalla quale non sarebbe stato più possibile rilasciare nulla osta per gli apparecchi di "vecchia generazione" AWP e individuando al 31 dicembre 2020 il termine ultimo per la dismissione degli apparecchi AWP. La norma ultima proposta ha, in ultimo, fissato al nono mese successivo alla data di pubblicazione del decreto il termine ultimo per rilasciare nulla osta per le AWP e al dodicesimo mese successivo alla stessa data, invece, il termine ultimo per la dismissione degli stessi apparecchi. Ovverosia un altro slittamento, a settembre 2020.