Come ogni anno è arrivata puntuale la presentazione del rapporto Lottomatica-Censis sulla filiera del gioco legale in Italia, con tanto di evento nelle sale del Senato della Repubblica.
A presentare, in introduzione, il rapporto è stata Anna Italia, ricercatrice di punta del Censis, che ha sottolineato come “quello del gioco sia un settore dal forte valore sociale ed economico”. Sicuramente nulla di anomalo nelle sue dichiarazioni essendo un’attività quasi nazionalpopolare, con milioni di italiani coinvolti: il 47% degli italiani ha giocato ad una o più tipologie di gioco nel corso di un solo anno. Sono numeri chiari: 23 milioni di giocatori, dato che rende il gioco attività culturale.
Tuttavia, Italia ha sottolineato come, a fare da contraltare, ci siano i numeri del gioco illegale, ad oggi il primo nemico della filiera pubblica.
La scelta del gioco è trasversale a gruppi sociali e a territori: a giocare sono il 65,2% tra i giovani, il 56,7% tra gli adulti, il 16,5% degli anziani. Tra questi il 53% ha redditi bassi, il 37,5% redditi in media più alti. Si gioca di più nei centri più grandi, per il 58,2% del campione, mentre il 38,9% dei giocatori vive nei piccoli comuni, il 52,5% in quelli di media o intermedia struttura. Si gioca di più al Sud (57,1%), mentre al Nord c’è da distinguere tra Ovest (42,3%) ed Est (36,7%). Il centro mantiene percentuali stabili al 46% circa. Dati chiari anche sulla tipologia di giocatori: il 54% sono uomini, il 40,4% sono donne. Il 56,4% gioca online, o almeno ha giocato online una volta.
I giovani sono i principali attori della filiera del gioco legale online: il 74,7% del totale, tra questi il 20,1% gioca “spesso” online. Sono generalmente uomini, laureati perlopiù e residenti nel Sud e sulle Isole. Eccolo, il profilo di un giocatore medio del Belpaese.
Ma perché così tante persone giocano?
Per il 61,1% del campione non ci sono dubbi: al gioco ci si diverte, addirittura ci si emoziona. Fa eco il 59,5%, che gioca per vincere. Chiudono un 22% di giocatori a cui giocare piace, anche per passione, ed un 17% che gioca per abitudine. Significativo il dato del 2,8% dei giocatori che si collega per ampliare i rapporti sociali. In toto, il 70% degli italiani considera il gioco attività che contraddistingue l’essere umano, che lo pratica per natura. Inclinazione ontologica, che ha bisogno di regole.
Da qui il parallelo che il rapporto Censis fotografa tra gioco legale ed illegale. Quest’ultimo, esploso con tutta evidenza durante la crisi sanitaria, si è imposto in silenzio ma con cadenza praticamente fissa. Il 61,3% degli italiani ritiene che i limiti posti al gioco legale, vecchi ed attuali, abbiano in qualche modo favorito l’illegale. Gli stessi lasciano intendere che meno limitazioni porterebbero ad arginare con più facilità la filiera illecita, oggi un business per il crimine organizzato. Dà fiducia quel 77,4% di italiani che ritiene che il gioco legale (consulta la lista dei casinò online italiani sicuri), gestito dallo Stato e da esso normato, sia un argine importante, un presidio di legalità. Da qui si dà voce al 91,3% del campione, che sottolinea come lo Stato debba tutelare, regolare e gestire il gioco a nome di consumatori e collettività. Una considerazione, questa, condivisa all’unisono in tutti i territori e tra tutti i gruppi sociali. Per l’87,7% degli italiani il rispetto delle regole permette anche credibilità in termini di qualità ed affidabilità dei concessionari, gli unici veri alleati della filiera del gioco legale: sono questi, per tutti i giocatori italiani, che garantiscono l’applicazione di regole e leggi. Da qui uno scetticismo generalizzato sul proibizionismo, imperante al Nord ma visto di malocchio in Centro Italia (83.3%) e al Sud e nelle Isole (81,4%). Ma generalmente in tutti i territori, l’ostruzione al gioco legale viene visto di malocchio. In maniera trasversale nei territori e tra i gruppi sociali. Cosa questa che porta all’89,7% di italiani che credono sia compito dello Stato sensibilizzare e informare i giocatori su virtù e rischi del gioco e dunque anche sulla sponsorizzazione dei protocolli legati al Gioco Responsabile. Da qui anche la necessità di una riforma che renda uniformi i regolamenti previsti a livello nazionale. Su questo si è espressa anche Sandra Severino, sottosegretaria di Stato al MEF, che ha sottolineato come sia importante, per il gioco, mettere ordine. Severino ha chiarito come la Delega Fiscale sia stata un passo decisivo per la riforma ventura del gioco, cui seguiranno altri passi per risolvere le varie questioni regionali.
Nel rapporto, infine, una chiusura con una considerazione sulla ripresa della filiera post-Covid: una ripresa nel 2022 significativa, con 20,3 miliardi di spesa e 11,2 miliardi di entrate erariali, quasi in pari col 2019.