Le mafie italiane hanno attualmente un giro d'affari di 40 miliardi di euro l’anno, fatturato che le colloca come quarta ‘industria’ nazionale, subito dopo Eni (93,7 miliardi di euro), Enel (92,9 miliardi) e il Gestore dei Servizi Energetici (55,1 miliardi). Questi dati emergono da un’analisi dell’Ufficio studi della Cgia. Lo studio afferma anche che le cifre sono attualmente sottostimate, dato che va considerata la difficoltà di tracciare i proventi derivanti dalle attività illegali nascoste nell'economia legale. Attualmente sono 150.000 le aziende nell'orbita delle attività criminali. Quest'ultimo dato è stato ottenuto grazie ai dati in possesso dell’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) della Banca d’Italia
I settori più colpiti dalle mafie
Secondo lo studio condotto da Cgia, vi sono diversi ambiti criminali in cui le mafie fanno business. Tra questi rientrano le scommesse clandestine e il gioco d’azzardo. Le più remunerative rimangono le le estorsioni che hanno come vittime quasi esclusivamente, imprenditori. Le estorsioni rappresentano un settore dove si registra un forte aumento del numero delle denunce. Negli ultimi dieci anni, queste ultime sono aumentate del 66,2%, mentre il complesso di tutti i delitti denunciati sono scesi del 19%, passando da 2,89 milioni del 2013 a 2,34 milioni del 2023.
La punta dell'iceberg si ha nel Nordest, con un aumento del +128,3%, mentre, in termini complessivi, è il Mezzogiorno con 3.877 la zona geografica che lo scorso anno ha registrato il più alto numero di denunce. Al secondo posto troviamo il Nordovest con 2.945. A chiudere questo podio poco lusinghiero vi è il Centro con 2.573 denunce, mente nel Nordest le denunce sono state 2.043.
Le città più a rischio
Lo studio di Cgia ha messo sotto la lente d'ingrandimento anche le province italiane. La variazione più significativa nel periodo 2013-2023, per quel che riguarda l'aumento delle denunce di estorsione, l'ha fatta registrare Bolzano con il +362,5%. A seguire troviamo Belluno con un +330% e Verbano-Cusio-Ossola con il +311,1%. La top fine è chiusa da Benevento con il +278,6% e Ferrara con il +257,1%.
A livello di valori assoluti, la Città Metropolitana di Roma è quella che nel 2023 ha registrato il numero di denunce più alto: 1.204. Seguono Napoli con 836, Milano con 769, Torino con 474 e Bologna con 296.
Vi è anche un altro aspetto analizzato dallo studio, ovvero in quali città vi siano più attività potenzialmente vittime di infiltrazioni malavitose.
Napoli guida questa classifica con quasi 18.500 imprese potenzialmente infiltrate, seguita da Roma (16.700) e Milano (15.650). In queste tre città si concentra il 34% delle aziende a rischio in tutto il Paese. Tra le altre città, Caserta (5.873), fa peggio di città come Brescia (4.043), Palermo (4.016), Salerno (3.862), Bari (3.358) e Catania (3.291).
Mafie e azzardo
Lo studio di Cgia si collega ad un'altra ricerca condotta da tre studiosi, Federico Esposito, Lorenzo Picarella e Rocco Sciarrone che hanno analizzato la questione delle infiltrazioni nel gioco d'azzardo.
Secondo la loro ricerca «i mercati del gioco d’azzardo si caratterizzano per gli elevati livelli di opacità e per la presenza di diversi profili di illegalità che li espongono alla penetrazione delle mafie».
Il dato più preoccupante che emerge da tale studio è il fatto che risultino «in forte crescita gli attori mafiosi nell’ambito del gioco d’azzardo legale. Le modalità maggiormente utilizzate sono soprattutto quattro: il riciclaggio, l’acquisizione di società, la distribuzione di prodotti illeciti e il controllo violento del mercato.
Lo studio afferma anche che «nel settore dell’online la confusione normativa appare di gran lunga superiore a quella presente nel gioco fisico. Questo aspetto lo rende particolarmente vulnerabile a pratiche a cavallo tra legale e illegale, crinale lungo il quale i mafiosi sembrano essere molto a proprio agio.»
La questione merita più di una riflessione in un periodo storico in cui , grazie all'omline, il gioco d'azzardo sta diventando sempre più popolare.