Secondo alcune stime emerse dalla nuova ricerca dell'Eurispes "Gioco pubblico e dipendenze nel Lazio", realizzata attraverso le attività del suo Osservatorio sui Giochi, Legalità e Patologie, nel Lazio si gioca meno su videolottery e new slot ma aumenta il gioco online. Inoltre, il distanziometro escluderebbe il gioco dal 99% della Capitale e metterebbe a rischio il 95% dei posti di lavoro.
La ricerca, elaborata dopo i precedenti studi territoriali in Puglia e Piemonte, illustra in primis l'evoluzione dei consumi delle diverse tipologie di gioco sul territorio regionale in particolare, quello di Roma Capitale. Il quadro normativo riproposto fa riferimento alla legge regionale 5 agosto 2013 (e successive modifiche), alle Disposizioni per la prevenzione e il trattamento del gioco d’azzardo patologico (GAP), al Regolamento sulle sale da gioco e i giochi leciti (n. 31 del 2017) di Roma Capitale, e all'Ordinanza della Raggi (n. 111 del 26 giugno 2018).
In seguito analizza il bilancio dell’attività dei Dipartimenti delle Dipendenze Patologiche gestiti dalle Asl regionali aggiornato al 2018 e si riportano le recenti linee di intervento illustrate dall'Assessorato regionale alle Politiche Sociali nel Piano di formazione del contrasto al gioco patologico.
Per quanto concerne nello specifico il distanziometro, vengono forniti i risultati di un'analisi sul territorio di Roma Capitale elaborata da Eurispes intrecciando i "luoghi sensibili" (così come identificati nel Regolamento del 2017), e la distanza di "500 metri" riportata nelle modifiche della legge regionale (ottobre 2018) che supera quella di 350 metri indicata nello stesso Regolamento comunale, entro la quale non è ammessa l’offerta di gioco legale.
Occorre precisare che il testo regionale ha immediata validità per le “nuove sale gioco”, ma non indica una scadenza di applicazione per quelle già presenti sul territorio.
I risultati della ricerca Eurispes sul territorio di Roma Capitale
Dalla mappatura è emerso che sul territorio romano ci sono 326 scuole d’infanzia comunali; 225 scuole d’infanzia statali, 367 scuole primarie statali, 153 scuole primarie non statali, 188 scuole statali di primo grado, 75 scuole non statali di primo grado, 152 scuole statali di secondo grado, 141 scuole non statali di secondo grado, 45 istituti superiore, 133 centri di aggregazione, 2.983 impianti di strutture sportive, 100 ospedali, 152 centri anziani, per un totale di 5.41 luoghi sensibili.
Da ognuno dei luoghi su elencati, è stato calcolato un raggio di 500 metri e sono state escluse dalla valutazione di insediabilità le aree incompatibili con gli strumenti urbanistici (aree agricole, parchi, aree per servizi pubblici, ecc.).
È emerso che le aree di residua insediabilità si riducono allo 0,7% del territorio di Roma Capitale e che l’offerta di gioco pubblico risulta preclusa per una percentuale del territorio comunale superiore al 99%.
Se si considera che al 30 giugno 2019 operavano nel territorio in questione 1.972 esercizi con AWP e 246 sale con VLT, è evidente che il 99% dell’offerta di gioco pubblico sarebbe espulsa a causa del distanziometro.
Considerando l’efficacia della compressione degli orari di offerta derivante dall'Ordinanza della Sindaca n. 111 e dal confronto dei volumi di gioco precedenti e successivi alla sua entrata in vigore, emerge che le diminuzioni riscontrate siano da accreditare ad un consumo di gioco più ridotto da parte dei giocatori "sociali", e non alla contrazione del gioco da parte di quelli problematici o patologici.
Da evidenziare, come Roma Capitale e provincia siano ai primi posti di diverse classifiche contenuto nel nostro report "L'Italia dei Giochi 2018".
Perché distanziometro e compressione degli orari possono essere considerati come strumenti inefficaci e controproducenti.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, nel nostro Paese giocano circa 18 milioni e mezzo di persone, ovvero il 36,4% della popolazione. Il 43,7% di sesso maschile ed il 29,8% di sesso femminile. Il 26,5% (pari a 13.435.000) rientra nella categoria del cosiddetto giocatore “sociale”, con differenze significative tra maschi e femmine (rispettivamente 30,2% vs 23,1%), ovvero un cittadino che gioca in maniera saltuaria per puro divertimento.
I giocatori a basso rischio sono circa il 4,1% (2.000.000 di residenti), i giocatori a rischio moderato sono il 2,8% (circa 1.400.000 residenti) ed i giocatori problematici sono il 3% (circa 1.500.000 residenti). Tra i giocatori problematici la fascia di età più rappresentata è quella 50-64 anni (35,5%). Occorre precisare che l’area dei giocatori problematici non coincide con quella dei giocatori patologici così definibili solo a seguito di una diagnosi medica.
I “presi in carico”, ossia quei cittadini cui è stata diagnosticata una dipendenza patologica da gioco d’azzardo, nel nostro paese sono circa 13.000 e vengono assistiti dai Dipartimenti delle Dipendenze Patologiche delle Asl.
Emerge quindi un gap piuttosto alto tra il numero dei giocatori che vengono considerati problematici (1.500.000) e quelli diagnosticati come patologici (13.000).
L’Istituto Superiore di Sanità ha anche preso in considerazione le rispettive predilezioni su “vicinanza” o “lontananza” dei punti gioco dall'abitazione e dal posto di lavoro ed il valore che le due categorie attribuiscono alla “riservatezza”, comprovando la valutazione che l’Eurispes ha fornito sul distanziometro.
I giocatori problematici prediligono i luoghi lontani da casa e quelli che permettono una maggiore privacy per quote percentuali in entrambi i casi superiori al 10%.
I giocatori fortemente problematici preferirebbero privacy e lontananza dai luoghi dove si vive quotidianamente e si è maggiormente conosciuti.
Affermare che il "distanziometro" non serve poiché chi manifesta il disturbo non si lascia dissuadere dal gioco a causa della distanza, viene quindi addirittura ribaltato: il "giocatore problematico" preferisce dedicarsi all'attività in luoghi lontani che garantiscono privacy e che occultano la sua condizione di difficoltà. Si potrebbe perciò asserire che il “distanziometro” non mitiga la pulsione al gioco dei giocatori problematici o patologici. Per converso può avere un effetto di dissuasione per quelli “sociali”.
Al momento non esistono statistiche relative alle tipologie di giocatori problematici e a rischio relative alle slot machine online AAMS. Gli unici dati reali riguardano gli oltre tre milioni di utenti attivi, ovvero che hanno registrato un conto, oltre ai dati relativi alle visite mensili medie dei diversi operatori.