Ė stata recentemente presentata l'indagine Venduti ai Minori. Si tratta di uno studio condotto su 1.359 ragazzi fra i 10 e 17 anni ed elaborata dal MOIGE (Movimento Italiano Genitori) in collaborazione con l’Istituto Piepoli, per analizzare il fenomeno della vendita ai minori di prodotti vietati o inadatti quali alcol, tabacco, gioco d’azzardo, cannabis, pornografia, videogiochi per maggiorenni e prodotti contraffatti. L'indagine ha dato un quadro preoccupante del mondo giovanile del rapporto che si ha con il proibito, in particolare con il gioco, scatenando anche un dibattito a riguardo.
I dati della ricerca Venduti ai Minori
Uno dei dati più preoccupanti emersi dalla ricerca è quello inerente agli scarsi controlli che vengono fatti nelle sale da gioco sui minori. Il 59% degli intervistati ha infatti dichiarato che, quando si è recato presso una sala da gioco, il personale non ha verificato l'età. Questo dato è in calo del 6% rispetto alla stessa ricerca effettuata nel 2021, ma non può certo essere visto positivamente, dato che un altro 26% ha dichiarato che il controllo dell'identità è avvenuto solo qualche volta, con un aumento proprio del 6% rispetto al 2021. Ciò significa che vi è ancora molta trascuratezza da parte del personale delle sale gioco.
Questi dati vanno di pari passo con la scarsa percezione del pericolo che i giovani hanno in relazione all'azzardo. L'83% degli intervistati, infatti, è consapevole del fatto che giocare spesso con giochi con vincita in denaro può avere conseguenze negative, ma solo il 47% crede che queste possano essere serie e permanenti. Entrambi questi dati sono in calo rispetto alla precedente indagine e questo fa capire come vi sia anche un problema educativo. Va detto che il 79% dei giovani sa che il gioco è proibito ai minori di anni 18, ma il 22% ha comunque informazioni sbagliate a riguardo e questo crea problemi.
Per quel che riguarda le tipologie di gioco, quelle più diffuse sono il gratta e vinci (37%), le scommesse sportive (21%), slot machine e superenalotto (entrambi 9%).
Meno sorveglianza
Ciò che preoccupa della ricerca Venduti ai Minori è che, stando a quanto dichiarano gli intervistati, sta scendendo l'allerta sul gioco minorile. Infatti, il 57% degli intervistati ha dichiarato che il rivenditore non si è rifiutato di farlo giocare pur sapendo che era minorenne, mentre il 66% ha detto che nessun operatore gli ha spiegato i rischi relativi al gioco d'azzardo.
Non va meglio la situazione per quel che riguarda il gioco online. Il 29% ha affermato che sui siti non è riportato l'avviso che il gioco è vietato ai minori di 18 anni, - sicuramente non hanno visitato dei casinò online italiani sicuri -, mentre un altro 29% ha detto che solo qualche volta lo ha visto. Inoltre, il 27% ha affermato che al momento dell'inscrizione non gli è stata richiesta l'età, mentre il 53% ha ammesso di aver mentito sull'età.
Questione videogiochi
Per quel che riguarda i videogiochi, il 71% degli intervistati ammette di giocarci. Di questi il 39% dichiara di non dedicarci più di un'ora, il 23% afferma di giocarci 2-3 ore, mentre il 9% ammette di passare 4 o più ore a giocare. Solo il 28% non gioca mai ai videogiochi.
La ricerca testimonia anche il cambio di abitudine dei giocatori, infatti, Il 36% gioca da solo, mentre il 34% con amici collegati online, il 20% con amici in presenza. Ciò significa che il gioco viene visto come uno strumento per mantenere i contatti più che come un'attività solitaria. Per quel che riguarda i device, si gioca prevalentemente con lo smartphone (47%), seguito da console per videogiochi (37%).
Anche qui c'è però una problematica che non va sottovalutata. Infatti, Il 38% dei minori intervistati ritiene che i giochi con contenuti violenti o volgari non abbia alcuna conseguenza sul proprio benessere mentale (+6% dal 2021). Il 10% (+2% dal 2021) crede che non esistano divieti per i giochi con contenuti violenti e volgari, e il 61% ammette di aver giocato almeno una volta con videogiochi vietati per la propria età (+5%). Anche qui risulta poco controllo da parte degli esercenti. Infatti, il 24% dei ragazzi ha affermato che nell'attività commerciale dove ha comprato il videogioco non vi erano avvisi informativi relativi all'età minima per i videogiochi, mentre il 20% ha affermato di non averci fatto caso. Ancora più preoccupante è il 55% che ha dichiarato che, quando ha acquistato il videogioco non adatto alla propria età il rivenditore non ha detto nulla.
Le parole di Distante
Il presidente di Sapar, Domenico Distante, intervenuto durante la presentazione dello studio Venduti ai Minori ha fatto il punto sulla situazione.
Distante ha affermato che anche quest'anno nel settore del gioco sono stati effettuati 35.000 controlli e sono state emesse 48 sanzioni, ma che bisogna fare di più.
Il presidente del Sapar ha invocato leggi specifiche sul tema: «Abbiamo sempre chiesto di fare leggi più severe. Oggi con lo smartphone si può giocare h24 e poi ci sono i siti illegali, che sono tantissimi. Basti pensare che quelli bloccati da ADM sono quasi 10.000. Noi facciamo formazione e informazione. Ovviamente siamo consapevoli che ogni giorno bisogna fare di più e per questo diamo la massima disponibilità».
Le dichiarazioni di Distante aprono il dibattito sull'emanazione di leggi che aiutino maggiormente a controllare un settore dove il rischio di ludopatia è sempre alto. Occorrerà ora alle istituzioni dare un seguito a queste richieste.